Non è normale che sia normale

Molto spesso si sente ripetere tra vecchie e nuove generazioni la seguente affermazione: “Non c’è bisogno che si parli sempre di discriminazione delle donne, c’è già abbastanza informazione anzi, forse, troppa e si rischia di cadere nella banalità”. Ecco questo mio articolo vuole dimostrare come non è mai troppo riduttivo affrontare questa tematica dato che pur vivendo in una società che si proclama moderna, questa rivela ancora molta arretratezza al riguardo. Non parlandone si rischia di divenire indifferenti e pensando che situazioni del genere siano normali, ma: “Non è normale che sia normale”. Però andiamo per gradi: in primis occorre fare un salto indietro nel tempo per comprendere al meglio la questione. Basti pensare che nel passato la donna veniva considerata un “essere inferiore” rispetto al genere maschile tanto da essere esclusa dalla partecipazione alla vita politica, economica e sociale. Il suo unico compito era quello di badare alla casa e ai figli. Le cose sono andate così per molti anni e secoli fino a quando si sono avuti i primi barlumi di speranza che hanno permesso al genere femminile di ottenere una serie di rivincite che negli anni l’avevano preclusa da una lunga serie di attività. Basti pensare che a differenza del passato alle donne oggi è permesso di votare, lavorare ed essere madri contemporaneamente anche se in alcune zone del mondo la strada da fare è ancora molto lunga. Per poter cambiare qualcosa e rendere effettiva una piena uguaglianza, gli stessi uomini dovrebbero farsi portavoce della questione e delle problematiche che le donne si trovano ad affrontare ogni giorno. Questa affermazione non vuole essere discriminatoria anzi vuole evidenziare come anche gli uomini possano essere sensibili ad argomenti del genere e soprattutto educare i propri simili al rispetto della donna. A volte, come già è stato ribadito all’inizio di questo articolo, si tende a sottovalutare la questione pensando che l’istruzione, ormai diffusa nel mondo, abbia ridotto il problema. In realtà non è mai abbastanza. Continuamente giornali, emittenti televisive non fanno altro che dare notizie su un fenomeno, purtroppo, piuttosto diffuso: la violenza di genere, in questo caso sulle donne. La suddetta violenza si può manifestare in diversi modi: fisica, verbale e psicologica. Molto spesso questa avviene all’interno delle mura domestiche. In media si è calcolato che ogni due o tre giorni un uomo uccide una donna: un’amante, una sorella, una moglie, una figlia o una ex. In questi casi l’uomo non riesce ad accettare che una donna appartenga a se stessa e che possa farsi una nuova vita. Anche se i diversi Stati, negli ultimi anni si sono attivati attraverso diversi strumenti per ridurre il fenomeno, i femminicidi e le violenze domestiche non riescono ad essere abbattute del tutto. Occorre rieducare gli uomini sin dalla tenera età attraverso il rispetto non solo della Donna, ma dell’essere umano in generale. Questo articolo non vuole essere assolutamente un attacco a tutti gli uomini e non si vuole fare di tutta un’erba un fascio anche perché esistono uomini che amano le donne e le trattano con rispetto, ma l’intenzione è quella di descrivere la condizione che alcune donne si ritrovano ad affrontare in una società che si batte per diversi diritti, ma che non riesce ad eliminare definitivamente queste forme di violenza. Le cose da dire sono tante e sicuramente un articolo di giornale non basta, ma l’importante è che se ne parli e che il “volume” delle voci delle donne sia più alto di quello della violenza. Non ci resta che ricordare una citazione dell’associazione “Doppia Difesa” secondo la quale bisogna: “Non accettare la violenza in nessun caso e in nessuna forma”. Ma che ne sarà della donna del futuro? Non sappiamo cosa potrà accadere, ma una cosa è certa: noi giovani sogniamo un futuro dove non c’è distinzione tra i due generi ed è per questo che dobbiamo, oggi, riflettere e parlare di questa disuguaglianza per creare un mondo imperniato sull’amore e il rispetto reciproco.

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