I microbi possono avere un ruolo nell’insorgenza dell’infarto

I microrganismi presenti nel corpo possono contribuire alla destabilizzazione delle placche coronariche e al successivo attacco cardiaco. È quanto evidenzia una recente ricerca presentata della Società europea di cardiologia (Esc), evento annuale a Parigi dal 31 agosto al 4 settembre 2019. Lo studio ha scoperto che, a differenza dei batteri intestinali, quelli presenti nelle placche coronarie erano pro-infiammatori. Inoltre, i pazienti con sindrome coronarica acuta (attacco cardiaco) presentavano batteri intestinali diversi rispetto ai pazienti con angina stabile. Come è noto, dieta, fumo, inquinamento, età e farmaci hanno un impatto cruciale sulla vita cellulare, sul sistema immunitario e sul metabolismo. Lo studio in questione ha coinvolto 30 pazienti con sindrome coronarica acuta e dieci pazienti con angina stabile. I ricercatori hanno isolato i batteri intestinali dai campioni di feci. I batteri della placca coronarica sono stati estratti da palloncini di angioplastica. Il confronto tra microbiota nelle feci e placche coronariche ha rivelato una diversa composizione nei due siti. Mentre i batteri fecali avevano una composizione eterogenea e una pronunciata presenza di batterioideti e firmicute, le placche coronarie contenevano principalmente microbi con fenotipi pro-infiammatori appartenenti a proteobatteri e actinobatteri. Secondo quanto evidenziato da Eugenia Pisano, primo autore dello studio, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, «ciò suggerisce una ritenzione selettiva dei batteri pro-infiammatori nelle placche aterosclerotiche, che potrebbe provocare una risposta infiammatoria e la rottura della placca».

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