Itri: ancora poco rispetto per la memoria di Fra Diavolo. Associazioni richiedono rimozione quadro inopportuno

In questo paese inutile sottolinearlo non esiste e non è mai esistito l’onore delle armi nei confronti dello sconfitto, fosse pure un avversario che si è fatto onore fino alla fine.
Inutile ricordare i Martiri di Fenestrelle, inutile ricordare quelli di Pontelandolfo, questa nazione nasce male fin dall’inizio e continua imperterrita a fare danni.
Non passa qualche mese che ci troviamo a raccontare, come in un modo o nell’altro, si continua a vilipendere la memoria del Colonnello Pezza, detto Fra Diavolo.
Nato a Itri nel 1771 fu eroe meridionale tra i più fulgidi e celebrati. Non stupisce che una fetta dell’opinione pubblica lo ricorda ancora come volgare brigante o criminale.
Tempo fa fu paragonato per imprese criminali a Cesare Battista non è passato molto da quando per promuovere una mostra presso il museo del Brigantaggio, la stessa in oggetto oggi, è stato condiviso un video sulla pagina del Museo del Brigantaggio tutt’altro che rispettoso della grande figura dell’eroe itrano.
La mostra nomen Omen dedicata ai soprannomi itrani, continua così a far discutere e dopo l’istallazione al Museo del Brigantaggio continua tra le strade della città. Tra raffigurazioni che imitano segnali stradali, installati creando disagio alla viabilità, “quadri” che per inscenare dei soprannomi raffigurano persone mentre tirano della cocaina o defecano in piatti da tavola, l’istallazione ha lasciato scontenti anche gli stessi protagonisti. Molte le famiglie ” titolari” dei soprannomi irritate da tali rappresentazioni, spesso installate senza autorizzazioni e di scarsissima qualità grafica.
In tutto questo non poteva mancare una citazione a Fra Diavolo, usato impropriamente e non si sa bene neanche perché. Sui resti della sua casa natale, affianco alla targa che ne ricorda la storia è comparso una raffigurazione di un militare con la faccia di demone con tanto di corna. Forse sarebbe il caso di pensare a questo personaggio per quello che è. Un militare morto a soli 35 anni per difendere la patria, vilipeso per 200 anni nella memoria che meriterebbe di essere raccontato meglio rispetto ad una vignetta che lo vede incarnare un diavolo. Vignetta innocente? Non molto per un personaggio che lotta da sempre per affrancarsi faticosamente dall’immagine di criminale. Forse occorrerebbe raccontarlo meglio ai tanti turisti presenti in zona che hanno occasione di frequentare Itri. Forse occorrerebbe tutelare questa figura promuovendola nel giusto modo.
Invece spesso si lascia questo enorme patrimonio storico itrano nelle mani di chiunque se ne voglia servire senza attenzione alcuna.
Un comunicato congiunto lanciato dal sito Golfoeventi in questi giorni sottolinea tutto ciò, tramite la loro voce si sottoscrive che : A nome delle associazioni: Terraurunca, Movimento Neoborbonico, Centro studi storici A.F. , Rete2 Sicilie, Ass. i LAZZARI, Comitati due Sicilie, Passato e futuro Onlus, Fondazione Francesco II, Parlamento delle due Sicilie, se ne richiede l’immediata rimozione trovandola fuori luogo ed irrispettosa per la memoria del colonnello Pezza.

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