Il pianeta sempre più in affanno! L’Earth Overshoot Day 2019 arrivato il 29 luglio

In un mondo sempre più globalizzato e imbarbarito da nuovi ricorsi storico politici, che con l’appoggio delle più importanti economie del pianeta, tra cui Usa e Cina, stanno riportando prepotentemente in auge il negazionismo scientifico, per l’ennesima volta bisogna segnalare i gravissimi “sintomi” che la Terra, unica nostra casa, sta manifestando per dirci che la “malattia uomo” è sempre più vicina allo stadio terminale.
Mentre ci godiamo (sto scherzando ovviamente!) l’ennesima ondata di caldo insopportabile, intervallata da disastrose tempeste meteorologiche sia in Italia che in altri paesi europei, il 29 luglio scorso sono state già ufficialmente consumate tutte le risorse naturali che la Terra ci ha assegnato per il 2019. Come si può facilmente verificare sul sito del Global Footprint Network (www.footprintnetwork.org), organizzazione di ricerca internazionale che tiene la contabilità dello sfruttamento delle risorse naturali da parte dell’uomo, più conosciuta con il termine di “impronta ecologica”, da diversi anni il giorno che ci segnala l’inizio del sovrasfruttamento delle risorse planetarie, in inglese Earth Overshoot Day, viene “festeggiato” con sempre maggior anticipo. Se questa fatidica data, che indica quando l’utilizzo di risorse naturali eccede ciò che l’ecosistema chiuso della Terra è in grado di rigenerare, negli anni ‘70 arrivava tra novembre e dicembre del singolo periodo di riferimento, dal 1997 c’è stato uno spaventoso crescendo dei consumi e, quindi, un sempre maggior anticipo dell’arrivo del tanto temuto Earth Overshoot Day. Incredibilmente siamo passati dai primi giorni di ottobre, considerando gli ultimi anni del ‘900 e i primi anni del 2000, fino a spingerci a toccare l’incredibile record negativo di quest’anno che ci porta ad aver bruciato ciò che “ci spetterebbe annualmente per natura” addirittura a fine luglio, ovvero ben 5 mesi prima della fine dell’anno “economico” di riferimento.
Allo stato attuale, secondo i calcoli del GFN, per soddisfare questi ritmi di consumo dovremmo avere a disposizione le risorse di 1,75 «Terre», ma se poi caliamo questo dato nei singoli paesi scopriamo degli squilibri talmente alti da far realmente paura. I cittadini del nostro Bel Paese, ad esempio, che non è di certo virtuoso, consumano come se avessero a disposizione ben 4,7 «italie», mentre i nipponici arrivano addirittura a consumare 7,7 volte le capacità del proprio piccolo territorio insulare. La Svizzera arriva, si fa per dire, solo a 4,6 volte le sue risorse, la Gran Bretagna 4 e la nuova potenza emergente, la Cina, si ferma stranamente a solo 3,8 volte. In termini assoluti gli Stati Uniti sono davvero un tritacarne. Se tutto il mondo consumasse come loro, servirebbero le risorse di ben 5 pianeti. Insomma la situazione è sempre più critica e, tra l’altro, dobbiamo aggiungere una considerazione pure peggiore. I cambiamenti climatici, che Mr. Trump non vuole ammettere, non procurano solo disagio per eccessive ondate di calore o distruzioni materiali durante gli eventi meteorologici estremi – tifoni, grandinate, bombe d’acqua, inondazioni, etc. -, ma piuttosto stanno ampiamente riducendo proprio le già stressatissime risorse naturali. L’acqua dolce, causa caldo e avanzamento della desertificazione, inizia a scarseggiare in luoghi dove prima era abbondante, l’agricoltura è sotto attacco perché i terreni bruciano, diventano aridi o comunque non più sottoposti ad adeguato apporto irriguo, mentre l’aria risulta via via sempre più inquinata grazie alle emissioni di “macchine” che l’uomo costruisce proprio per cercare di stare meglio! Pensate che uno dei problemi del prossimo futuro, assurdamente, saranno i condizionatori che usiamo per sopportare le anormali ondate di calore. I motori di questi dispositivi di climatizzazione innaturale, infatti, non solo contengono gas nocivi ma, molto peggio e come possiamo tutti verificare, trasferiscono il calore dall’interno di un ambiente chiuso all’esterno dell’ambiente naturale comune. In poche parole, mentre cerchiamo di sopravvivere al caldo, inconsapevolmente aumentiamo il surriscaldamento delle nostre città perché tutti i condizionatori gettano letteralmente aria calda nell’ambiente metropolitano circostante. Insomma un cane che si morde la coda e che non vede il precipizio davanti a sé.
Care amiche e cari amici, quest’anno abbiamo esaurito “la nostra dispensa” il 29 di luglio, quindi stiamo consumando risorse che la Terra non riesce a rigenerare e che, ovviamente, l’anno prossimo saranno più scarse portando ancora più indietro il giorno di inizio del sovrasfruttamento globale. Che facciamo, iniziamo a preoccuparcene o no? Meditate gente… meditate…

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