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Intervista all’avvocato Nicodemo Gentile

“Nel caso di Roberta Ragusa, il carteggio processuale, ha escluso con razionale certezza, che la scomparsa della donna, possa essere stata determinata da un abbandono volontario della famiglia, da un gesto estremo, da un incidente o da un malintenzionato”… Queste ed altre considerazioni, ispirate da una logica stringente, oltre che da un caldo afflato umano, sono espresse dall’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei più celebri penalisti italiani. L’intreccio tra diverse testimonianze, ha visto in primo piano la coraggiosa deposizione di Loris Gozi, il vicino di casa, originario di una comunità sinti (gitana), che ha ottenuto involontari riscontri ed addirittura elementi in più, nelle parole delle stesso Logli, ignaro delle intercettazioni in corso. Un caso conclusosi con la conferma della condanna a 20 anni di reclusione, per l’omicidio della donna, comminati ad Antonio Logli, con il verdetto della Cassazione del 10 luglio 2019, in cui l’avvocato Gentile, volto molto noto anche nelle televisioni nazionali, rappresentava la famiglia Ragusa, quindi la parte civile. Roberta Ragusa, scomparsa nel gennaio 2012, mai aveva dato segni di squilbrio mentale, per cui suona ancora più stridente l’idea che possa avere abbandonato i figli, senza neanche aver mai saputo della relazione extraconiugale del marito, secondo invece la reazione di Logli. La complessa vicenda, difficile, in quanto molto indiziaria, rappresenta così la risposta della giustizia umana al caso della mai dimenticata Roberta Ragusa; rimangono, comunque, una profonda amarezza per scomparsa senza ritorno di una madre che viveva per i suoi figli, definiti le sue perle, e l’interrogativo su dove possano essere le spoglie di Roberta, finora mai ritrovate. Tra le ipotesi, anche quella, sostenuta in una lettera anonima, che il cadavere fosse stato bruciato nel forno crematorio di un cimitero della zona, il cui custode si era suicidato, ed in una cui cassaforte era stato rinvenuto un lingotto d’oro, che si presumeva fosse il compenso: tale ipotesi, però, non ha trovato prove a suo sostegno. L’avvocato Nicodemo Gentile, che ha avuto un ruolo in numerosi processi, tra i quali il caso di Melania Rea e di Sarah Scazzi (rappresentando nel secondo la parte civile), è anche autore di vari libri in difesa di un giusto processo e per un trattamento più umano dei detenuti, cui in futuro garantire anche spazi per vivere la propria affettività, senza impedirne una dimensione psicofisica più umana e degna. Un impegno a tutto tondo, il suo, che non si ferma solo ai casi più noti: tutti trattati con la stessa preparazione ed umanità.
Ricciardi. “Può rimarcare almeno alcuni dei principali elementi, ritenuti dai giudici di prova logica, oltre che riguardanti testimonianze incrociate, che hanno portato alla condanna di Antonio Logli, riguardo l’assassinio della moglie, Roberta Ragusa?”
Gentile”: Sicuramente tra gli elementi a carico, considerati di alto tenore indiziario, c’è la testimonianza di Loris Gozi, soprattutto quando riferisce di aver visto Antonio Logli, fermo in auto, con i fari spenti, lungo la strada che porta a casa sua, la notte della scomparsa di Roberta, dopo mezzanotte, mentre riportava sua moglie a casa, dal lavoro.
Tale dichiarazione ha poi trovato riscontro in quella sorta di esperimento pratico che il Logli va a compiere lungo la stessa strada con un suo collaboratore di scuola guida.
I 2 uomini, ignari di essere intercettati, ricostruiscono la scena che avrebbe dovuto vedere il Super testimone, così come era stata diffusa da alcuni mezzi di informazione.
Il Logli però, compiendo un vero e proprio errore, nel ricostruire la scena, aggiunge dei dettagli che i mezzi di informazione non avevano in nessun modo diffuso e che soltanto chi realmente aveva vissuto quella scena poteva conoscere.
Da qui il riscontro incredibile alla dichiarazione di Loris Gozi.”
Ricciardi: “Forse può apparire strano anche il dato che Antonio Logli abbia sempre dato l’impressione di propendere per una scomparsa di propria iniziativa della signora Roberta Ragusa, nel momento in cui forse un’ipotesi alternativa non escludibile, rispetto alla sua colpevolezza, potesse essere l’incontro casuale e sventurato della povera Roberta con qualche malintenzionato di passaggio, la notte della scomparsa. Ancora rimanendo su tale ipotesi, si poteva supporre che Roberta, sconvolta dalla scoperta del tradimento del marito con una persona che considerava amica, fosse incappata in un maniaco, forse mentre cercava di raggiungere la casa dell’amante del marito per un chiarimento… Eppure, Antonio Logli nega qualunque litigio e correlazione tra l’uscita notturna di Roberta ed appunto una lite dovuta alla drammatica scoperta. L’impressione è che forse Logli non abbia potuto cambiare versione, rispetto alla prima ufficiale, quando ancora non ammetteva la relazione con l’ex baby sitter dei figli e quindi neanche poteva ammettere una lite riguardo tale questione. Quanto tutto ciò è stato, eventualmente, particolarmente indagato e discusso, durante la dialettica processuale?”
Gentile: “Quando si celebra un processo per omicidio, senza tuttavia avere un cadavere, l’argomento delle ipotesi alternative alla morte violenta della persona scomparsa, è sicuramente centrale.
Si deve ragionare per esclusione, vale a dire ci si deve confrontare con tutto ciò che non è, e non esclude l’omicidio.
Ovviamente tutto ciò va fatto attraverso un rigoroso vaglio dello” scibile processuale”.
Nel caso di Roberta Ragusa, il carteggio processuale, ha escluso con razionale certezza, che la scomparsa della donna, possa essere stata determinata da un abbandono volontario della famiglia, da un gesto estremo, da un incidente o da un malintenzionato.
Ecco perché escludendo il resto, quello che è rimasto è stato l’omicidio”.
Ricciardi: “C’è qualche ipotesi prevalente su dove sia stato occultate le spoglie di Roberta Ragusa? In passato, era stata vagliata anche la pista del forno crematorio del cimitero di Pisa, nella cui vicinanze Logli era stato visto, e di qualche loculo vuoto. Potranno forse emergere svolte da queste o altre ipotesi investigative?”
Gentile: “Le ricerche di Roberta nel tempo sono state massicce.
Un impiego di mezzi e di uomini notevole.
Sono stati ispezionati, terreni, edifici, corsi di acqua, stabilimenti dismessi, canali, anfratti, cimiteri, con uso di strumentazioni anche di ultima generazione.
Nonostante tanta attività e attenzione, il corpo o quelle che rimaneva, non è stato ritrovato.
Personalmente non ho maturato ipotesi particolari in ordine alla soppressione del cadavere di Roberta.”
Ricciardi: “Lei è autore di vari libri di spessore, su tematiche relative al diritto ed ai diritti; in particolare, grazie anche alla sua intensa sensibilità sul tema degli scomparsi, valorizzata anche dalla collaborazione con l’associazione “Penelope”, è autore di un nuovo volume, dal titolo eloquente “Nella terra del niente. Storie di scomparse, storie di famiglia”. L’opera raccoglie riflessioni sul caso Ragusa, ma anche su altri nove, anche connessi, a volte, al disagio mentale. Ci sono aspetti, relativi al caso Ragusa, ma anche ad altri, ancora poco evidenziati dalla stampa, ma che meritano maggiore attenzione? Chiedo, cioè, solo alcuni, tra i vari esempi possibili, di situazioni che l’hanno colpita e che forse possono presentare qualche aspetto sui cui sensibilizzare l’opinione pubblica.”
Gentile”:Purtroppo anche nel mondo degli scomparsi, alcune tristi vicende, non riescono ad avere l’attenzione che meritano.
Mi riferisco alle scomparse delle persone fragili, come anziani, soggetti con disagio psichico, minori.
Spesso queste scomparse sono considerate come fatti non costituente reato e quindi il più delle volte le ricerche vengono bloccate dopo pochi giorni.
La battaglia di Penelope si incentra proprio e soprattutto su queste vicende, perché la sera quando questi familiari ritornano a casa, sentono lo stesso dolore di chi ha un familiare scomparso per mano altrui.”
Ricciardi: “Nei suoi scritti ed interventi, ha mostrato speciale sensibilità sul dramma degli scomparsi, ma anche sui diritti dei detenuti; ci sono alcune riforme legislative che ritiene auspicabili su tali tematiche, in nome di una visione più elevata ed evolutiva del Diritto?”
Gentile”:Nell’ambito penitenziario bisogna rendere effettive alcune riforme ormai necessarie a contenere il sovraffollamento.
Consentire una maggiore possibilità di studio e lavoro e creare spazi importanti dove i detenuti possono coltivare la propria affettività, soprattutto quando ci sono pene lunghe da scontare.
Attraverso queste forme di civiltà si può realmente e concretamente attuare il dettato costituzionale che parla di rieducazione.
In ambito “ Scomparsi” ormai non è più rinviabile un approccio nuovo, moderno, evoluto ed europeo.
Da sempre sono un sostenitore dell’idea che bisogna iniziare a pensare, ma soprattutto formare, figure professionali, con competenze multidisciplinari, che intervengano a sostegno dei familiari e delle forze dell’ordine, nel momento in cui una persona scompare.”
Introduzione e quesiti di Antonella Ricciardi; intervista ultimata il giorno 8 agosto 2019

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