De Simone e i suoi “fantasmi vivi” tra Carlo di Borbone, Garibaldi e Mussolini

Le Due Sicilie attualmente sono il meridione d’Italia. Un’entità geografica che versa in una situazione poco brillante
“Le Due Sicilie tra le ottine del capitano del Popolo e le indagini romane del commissario casertano Giaquinto”
Nella galassia degli scrittori “A Sud” un posto d’onore va attribuito anche a Rosario De Simone, napoletano di nascita ma casertano d’adozione, visto che è vissuto in Terra di Lavoro fin da adolescente. Oggi vive a Bruxelles, dove lavora presso la Commissione europea. Inoltre svolge l’attività di sindacalista.
Rosario è’ appassionato di storia, rugby e ciclismo.
Ha pubblicato tre gialli con la casa editrice G. Vozza in Casolla:
Complotto contro Carlo di Borbone;
Garibaldi è stato ucciso a Caserta e altri racconti;
Appuntamento con Mussolini – Un’inchiesta del commissario Giaquinto.
D) Quindi dopo le ottine del bel prodotto letterario Complotto contro Carlo di Borbone, cosa ci regala questo lavoro a tema, innanzitutto come si intitola?
R)Il secondo libro si intitola “Garibaldi è stato ucciso a Caserta e altri racconti”. Il fil rouge che lega i sei racconti è la Reggia di Caserta, da me scelta come palcoscenico per raccontare la Caserta di ieri e di oggi. In verità, in questi racconti c’è un altro filo conduttore: le donne, che o sono personaggi principali del racconto o comprimari di peso. Il libro è, quindi, anche un omaggio alla donna, la cui presenza, in ogni momento ed in ogni epoca, è stata spesso determinante. Nel racconto che dà il titolo al libro è la regina Maria Sofia ad ordire l’attentato a Garibaldi; come Maria Carolina e Lady Hamilton sono le protagoniste dell’altro racconto storico; Gioacchino Murat si imbatte sempre in un personaggio femminile, seppur etereo, quale è la bella ‘mbriana, mentre i tre racconti contemporanei vedono la presenza pregnante di un’immigrata dell’Est, di una volontaria e di una giornalista.
D) Garibaldi è stato ucciso a Caserta e altri racconti: titolo intrigante, storia da leggere e siccome i tuoi lavori sono una giusta miscela tra fantasia e storia vera, accenna se puoi qualcosa che scopriremo leggendo?
R) Garibaldi è stato ucciso a Caserta è un lungo racconto che scompagina tutte le nostre conoscenze storiche . Ci si catapulta anima e corpo nelle ancora tormentate vicende storiche della conquista del Sud, all’insegna, forse, di un riscatto irreale. L’assassinio avviene nella splendida cornice del Palazzo Reale di Caserta. Gli altri racconti sono ambientati tra il Settecento ed i nostri giorni. Lascio sfilare personaggi storici reali, come Ferdinando IV di Borbone e Lady Hamilton, Maria Carolina e Gioacchino Murat, ma anche personaggi inventati per parlare di problemi attuali, come l’esasperata cementificazione, l’immigrazione e l’onnipresente camorra; tutti i personaggi e le varie ambientazioni sono stati costruiti con la massima attenzione possibile.
D) Quindi un libro diviso in racconti?
R) Si, in sei racconti presentati in una sequenza serrata, con qualche diversivo, di cui si trova traccia sia nella realtà storica che nell’odierna cronaca. Su queste basi ho provato a catturare l’attenzione del lettore fino alla classica sorpresa finale.
D) Dal tuo osservatorio di Bruxelles è conosciuta la nostra lotta identitaria, ci sono margini di attenzione da parte del mondo diplomatico europeo?
R) A Bruxelles la lotta del movimento che si rifà al regno delle Due Sicilie è poco conosciuta. Credo che i soli ad avere qualche sentore delle attività neoborboniche sono unicamente gli italiani che pur vivendo in Belgio continuano a seguire le vicende di casa nostra. La lotta identitaria del movimento neoborbonico è, per il momento, solo un insieme di circoli, iniziative editoriali e presenza su internet. Questo ha portato, però, a un risultato: una giusta revisione storica del periodo che ha condotto all’unità italiana. La retorica risorgimentale, che aveva dominato dal 1860 per quasi un secolo, è stata messa a dura prova dalle tante opere letterarie basate su documenti e testimonianze. Oggi il risorgimento appare senz’altro più sfumato. Lo stato delle Due Sicilie, regno pacifico che durante tutta la sua storia non aveva mai aggredito nessuno, è giustamente rivalutato anche da una recentissima e popolare trasmissione televisiva del bravo conduttore Alberto Angela. Dal mio personale punto di vista, il mondo diplomatico europeo, dunque, non ha un’attenzione particolare per quello che è ora solo un movimento più culturale che politico (anche se ho letto che è in corso una discussione per presentarsi alle elezioni). L’attenzione è creata dalla consistenza dei fenomeni politici. Se il capo della Casa di Borbone delle Due Sicilie o l Borbone Parma, dovesse rivendicare il regno perduto e capeggiare un movimento politico scissionista di una certa importanza come per esempio quello scozzese o catalano, cambierebbero certamente le cose.
D) Cosa auspichi per le sorti future delle Due Sicilie?
R) Le Due Sicilie attualmente sono il meridione d’Italia. Un’entità geografica che versa in una situazione poco brillante. Questo non solo per la storica discriminazione operata dal Nord, ma anche per colpa di un popolo che fino adesso, non è riuscito a eleggere una classe politica di qualità a tutti i livelli (comunale, regionale e nazionale). Quello che potrebbe fare il movimento delle Due Sicilie, se ti trasformasse in un organismo politico è operare come la Lega al Nord, che ricordiamo è nata negli anni ottanta, anche contro la classe politica nordista, accusata di mal governo e complice di “Roma ladrona”, obbiettivo principale del movimento, poi divenuto partito. Attualmente le tre più grandi regioni del Nord sono controllate dalla Lega. La sfida per il movimento delle Due Sicilie potrebbe essere la conquista del governo delle sei regioni del Sud che adesso senza la Sicilia costituiscono una circoscrizione elettorale per le elezioni europee. Per raggiungere questo scopo bisognerebbe creare una classe politica capace ed onesta.
D) L’ultimo lavoro letterario è lontano dalle tematiche dei primi due, temporalmente collocato agli inizi del novecento, con un titolo, lasciami dire, sconcertante, qualche accenno?
R)Il romanzo è ambientato nella Roma del 1937, nel momento in cui a Cinecittà viene ultimato il kolossal Scipione l’Africano, celebrativo delle imprese degli antichi romani in Africa e pensato con l’intento di stabilire un chiaro legame tra il passato e il presente. L’obelisco di Axum arriva dall’Etiopia appena conquistata per essere issato nell’amplissima piazza di Porta Capena. Il Duce si avvicina sempre di più alla Germania di Hitler. La protagonista del mio romanzo Lydia Girard, una giovane e bella giornalista svizzera che stava conducendo una serie di esclusive interviste a Mussolini, viene trovata assassinata nel suo appartamento del quartiere Prati. Il commissario Lorenzo Giaquinto, appena trasferito nella capitale, inizia un’inchiesta che avrà degli sviluppi più che imprevedibili. Il romanzo è volutamente scritto con un ritmo incalzante e colpi di scena per tenere viva l’attenzione del lettore, senza fronzoli, rendendo omaggio allo stile del giallo d’azione, con il consueto inaspettato finale.

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