“Cos’è per te l’amore?”

Ho posto a Martina, una bambina di sette anni, questa domanda, e lei ha risposto: ”Quando una persona sta bene con un’altra”.
Ponendo lo stesso quesito ad altre persone di età differenti, ho ottenuto queste risposte.
Alberto, 13 anni: “Non mi sono mai posto questa domanda, e per ora non mi interessa.”
Maria, 20 anni: “Per me l’amore è incontrare la persona giusta con la quale trascorrere tutta la vita.”
Rossella, 35 anni: “Penso che l’amore sia ciò che provo per mio marito e per mia figlia.”
Grazia, 70 anni: “E’ qualcosa che negli ultimi anni ha perso il suo valore. I giovani non capiscono che l’amore è superare le avversità della vita insieme, è andare incontro all’altro. Non esistono superiorità ed orgoglio in amore.”
E per me? Cos’è l’amore… Beh, è una domanda alla quale mi è sempre risultato difficile dare una risposta. Siamo circondati da romanzi, canzoni, nei quali si evince che l’amore è passione, gioia. Per altri, invece, è sofferenza. Esso è un sentimento antico come l’uomo stesso e, col passare dei secoli, è cambiato nella forma, ma non nella sostanza. Già con Platone si parlava della ricerca dell’anima gemella. Per Dante, il quale segue la corrente del Dolce Stil Novo, la donna amata è un angelo che riesce a nobilitare l’animo dell’uomo. Ovviamente questa visione dell’amore è molto diversa sa quella che c’è attualmente; nessuno penserebbe di vivere un amore tanto platonico quanto quello provato da Dante per Beatrice. Tuttavia, nonostante i tempi siano cambiati, penso che la centralità dell’amore in fondo è rimasta la stessa. Io sono una sognatrice, ho sempre visto l’amore in modo positivo, come una cosa che fa stare bene, e non l’ho mai visto come un qualcosa prettamente legato ad una sola persona. Si può amare immensamente se stessi, la famiglia, un hobby, uno sport, la musica. Non basta, infatti, un’unica parola per contenere tutte le sfaccettature di questo sentimento. I Greci, ad esempio, usavano quattro parole diverse: “eros” per l’amore tra amanti, “philia”, un amore senza eros, “storgè” per la famiglia e “agape”, ossia l’amore universale. Tuttavia, si è soliti associare l’amore alla persona di cui ci si innamora, quindi mi sono interrogata su questo tipo di amore. Innanzitutto, penso che la sua visione dipenda da molti fattori, uno dei quali è l’età. L’amore secondo Martina è quello più ingenuo, sincero e puro possibile. Poi c’è Maria, che è in quella fascia d’età in cui si desidera l’amore dei libri, dei film, si ricerca l’anima gemella. Quest’amore, considerato “adolescenziale”, non ha minore importanza di quello adulto, ma è solamente diverso. E’ in quest’età che si hanno le prime cotte e, di conseguenza, le prime delusioni. In quest’età mi ritrovo anch’io. Come i miei coetanei, io stessa ho amato l’amore, poi ne sono stata delusa nel momento in cui una persona non teneva a me quanto io a lei. Tuttavia, quell’esperienza mi ha aiutata a crescere, a maturare, ed ora sto bene. Ho capito che è impossibile rinunciare all’amore, si trascorrerebbe una vita arida e triste. Esso è dappertutto, non basta un testo per spiegarlo e, per questo motivo, è inutile perdere troppo tempo per trovare definizioni che sarebbero comunque incomplete. L’amore è quello di Dante, di Platone. E’ quello definito da Martina, ma anche quello di Alberto, Maria, Rossella e Grazia. L’amore è tutto ciò che tu vuoi esso sia.

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