Una preziosa allegoria di tema amoroso: Amor sacro e Amor profano
Una delle opere più misteriose e intriganti del Rinascimento italiano è indubbiamente “Amor Sacro e Amor profano” del famosissimo Tiziano Vecellio. Realizzata nel 1514 e conservata presso la Galleria Borghese a Roma, il titolo è frutto di una interpretazione moraleggiante del soggetto, sebbene il suo significato non è stato ancora del tutto decifrato.
La scena è ambientata in un paesaggio idilliaco e fortemente simbolico: scosceso e difeso da castello a sinistra, rappresenta la difficile via della virtù; disteso su piani lacustri popolati da greggi, cani e coppie di amanti avvinghiati a destra, rappresenta invece la più semplice strada del piacere.
Al centro dietro una siepe c’è un sarcofago classico trasformato in fonte nel quale un piccolo fanciullo alato, raffigurante Amore, rimescola le acque in esso contenuto, simbolo della Temperanza. Due donne molto smoglianti tra loro sono appoggiate ai lati del sarcofago: la figura di sinistra ha una candida veste bianca, una preziosa cintura, guanti e i capelli biondi che le incorniciano il petto; mentre la donna di destra è nuda e coperta solo da un velo bianco e un mantello rosso fuoco scende dal braccio che regge una lampada ardente.
Grazie allo stemma apposto sul sarcofago si è risaliti al committente: si tratta di Niccolò Aurelio, un personaggio importante nella Venezia del primo Cinquecento che nel 1514 sposa Laura Bagarotto. Per tanto, il dipinto risulterà essere il dono di nozze fatto dallo sposo per la sua amata, così come attestano i numerosi indizi in esso contenuto. Allora chi sono le due donne? E perché sono così simili tra di loro?
La figura di sinistra con il suo candido abito bianco, rappresenterebbe la sposa ideale, casta e sensuale, in cerca dello sguardo e dell’approvazione del consorte. Mentre la Venere di Sinistra è invece una allegoria amorosa, in cui la valenza erotica del corpo è stemperata dalla fiamma ardente. Per cui, la donna vestita rappresenta l’amore profano o Felicità Breve: i suoi abiti preziosi sono il simbolo della vana ed effimera felicità; mentre la donna nuda raffigura l’amore sacro e la Felicità eterna la cui nudità rappresenta il disprezzo per le corruttibili cose terrene e la fiamma che tiene nella mano destra simboleggia l’amore di Dio. Il cupido tra le due Veneri (Venere volgare la prima e Venere celeste la seconda) esprime la credenza neoplatonica che l’amore agisca da intermediario tra il cielo e la terra.
Secondo questa interpretazione, l’intento di Tiziano è quello di rappresentare l’armonia che si instaura grazie all’amore tra bellezza intellegibile e bellezza visibile.