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Donne e Regine nel Regno di Napoli

Una ritrattistica tutta al femminile quella del nuovo lavoro della scrittrice e giornalista de “Il Mattino” Nadia Verdile dal titolo “Regine. Spose bambine eroine e sante dall’Europa alla corte di Napoli”. Il libro, che poche settimane fa ha vinto il Premio Letterario Nazionale De Blasio, sezione saggi, edito da Maria Pacini Fazzi nel 2018, è stato oggetto di un interessante convegno tenutosi il 16 marzo scorso presso il piccolo Teatro Jovinelli del Palazzo Mazziotti nel centro storico di Caiazzo. Organizzato dall’Associazione Storica del Caiatino, l’evento ha focalizzato l’attenzione sulle vite di donne di case reali in duecento anni di storia del nostro passato. “I matrimoni reali erano un punto cardine delle relazioni tra potenze” e avvenivano per procura – ha affermato la studiosa e scrittrice casertana – con delle eccezioni, come la parità di genere che nel 1789 interessava la Real Colonia di San Leucio.
Dieci le figure femminili, dieci i profili di altrettante sovrane: dalla leggiadrìa composta di Maria Amalia Wettin di Sassonia, erede degli Asburgo e prima regina del Regno di Napoli, alla capricciosa e potente Maria Carolina, figlia di Maria Teresa d’Austria e di Francesco d’Asburgo che per volere materno dovette accettare suo malgrado il matrimonio con Ferdinando IV. Suo il contributo alla bellezza senza tempo del Palazzo Reale di Caserta con i suoi giardini inglesi, sua l’idea di uguaglianza sociale della efficiente comunità del sito leuciano. Tante le delusioni politiche della regina, indomabile la sua caparbietà.
A queste si aggiungono altre personalità muliebri che hanno segnato la storia come Lucia Migliaccio, sposa bambina di Ferdinando dopo la morte di Maria Carolina attraverso un morganatico matrimonio fondato sull’amore e non su di un contratto. Interessanti anche le figure di Maria Clementina, Julie Clary e Carolina Bonaparte, regnanti, spose e donne dall’educazione raffinata ed elegante: colta, dolce e premurosa, la prima; dignitosa malgrado i tradimenti del consorte e ben voluta nelle corti, la seconda; affascinante, calcolatrice e collezionista di opere d’arte, la terza.
Pagina dopo pagina ancora regine accomunate dal nome: Maria Isabella di Borbone sposa di seconde nozze, ad appena 13 anni, di Francesco I e più tardi, da vedova, di Francesco del Balzo, giovane ufficiale capuano; Maria Cristina di Savoia, donna mite, imprenditrice e religiosa che vide per la prima volta Ferdinando II di Borbone il giorno del matrimonio e notevole impulso offrì alle seterie di San Leucio e agli opifici del corallo a Torre del Greco dedicando la sua vita a opere di carità. Il libro si conclude con le biografie di Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, austera moglie in seconde nozze di Ferdinando II e di Maria Sofia Von Wittelsbach, sorella della celebre “Sissi” e ultima progressista regnante del Regno delle Due Sicilie. Un’icona di modernità, una donna coraggiosa, una regina soldato nell’assedio di Gaeta, ultimo singulto di un Regno ormai morente che chiude un’epoca e una dinastia: quella dei Borbone.

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