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La Versailles Italiana: la Reggia di Caserta

La più imponente realizzazione, tra le tante volute da Carlo di Borbone, è indubbiamente la splendida Reggia di Caserta. L’obiettivo del sovrano, era quello di creare, alle pendici del monte Tifata, una sorta di “città ideale”, che unisse le funzioni tipiche della residenza regale con quelle di un centro amministrativo, politico e militare, ed essere, contemporaneamente una “apparizione prodigiosa”, simbolo della potenza e maestosità del suo regno.
L’architetto della più grande residenza reale di tutti i tempi, è il napoletano Luigi Vanvitelli, un’artista di fama europea artefice di un linguaggio rigoroso e classicista, in cui elementi rinascimentali si intrecciano felicemente con quelli tipicamente barocchi.
Iniziato nel 1753, Vanvitelli realizza un edificio sobrio, simmetrico e lineare; con una pianta rettangolare allungata e quattro cortili uguali disposti in modo da formare un grande rettangolo visto dall’alto.
La Porta Regia, posta al centro del prospetto, è rivolta verso la città ed è formata da un grande arco trionfale sormontato dalla facciata di un tempio con un grande timpano rettangolare.
Internamente, uno scenografico scalone d’onore a due rampe raccorda le milleduecento sale che risultano collegate tra loro da 34 scale minori comunicanti con i cortili.
Collegata al vano centrale è la sfarzosa cappella reale decorata secondo il gusto Rococò, con volte a botte cassettonata e loggiato colonnato. Molto interessante è anche il piccolo teatro di corte. Esso è a pianta quadrata di dodici metri di lato con una sala a ferro di cavallo, cinque ordini di palchi ed un palco reale centrale e con una volta decorata con il mito di Apollo e Pitone.
Alle spalle del palazzo, si estende il grandioso parco all’italiana realizzato dal figlio di Luigi, Carlo Vanvitelli e il suggestivo giardino all’inglese. Esso si sviluppa lungo un canale che collega l’edificio ad una scenografica cascata colma di fontane alimentate dall’Acquedotto Carolino, fatto appositamente realizzare.
Carlo dissemina il giardini di favole mitologiche in pietra e marmo che illustrano le storie di Venere e Adone; Giunone; Eolo: il tutto ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, celebrando i temi della fertilità, della natura e dell’amore, rifacendosi al mito della Campania Felix.

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