Ai papà

Non solo nelle istanze, anche nelle modalità, la manifestazione del dissenso dei giovani è profondamente cambiata.
Prendete i giovani del 1968, la loro voglia di sovvertire qualsiasi potere costituito, che fosse ascrivibile all’ambito familiare, lavorativo oppure di genere. Fu la sintesi di ambizioni diverse che si incrociarono e riecheggiarono l’una nell’altra, unite per la costruzione di una società diversa, in opposizione ad un nemico comune: l’autorità.
I giovani del 2019 hanno prima di tutto un volto e una storia, quelli di Greta, e non mettono in discussione l’autorità, la richiamano al dovere, chiedono responsabilità. Reclamano investimenti per evitare che la temperatura del pianeta salga in modo stabile di un grado e mezzo, la soglia di non ritorno del riscaldamento globale.
Al centro dell’attenzione non c’è più la volontà di sovvertire tutti i dogmi e le gerarchie della società, ma un pericolo, un unico grande ed importantissimo tema ambientale. I giovani, non trovandoseli a fianco, mostrano di aver smesso di guardare ai padri come rivali, come ostacoli sulla loro strada, ne denunciano piuttosto l’inconsistenza, la superficialità, l’assenza. La domanda agli adulti, ai padri, non è una domanda di modelli ideali e di autorità ma di testimonianza fatta di scelte, impegno e di passioni capaci di responsabilità personale e pubblica. È una domanda culturale.
Qualche anno fa, contro la riforma universitaria dell’allora ministra Gelmini, i ragazzi scesero in piazza con degli scudi di gommapiuma che raffiguravano libri, erano gli studenti “Book Blok” che anche figurativamente, alla barbarie della violenza e delle ingiustizie, opponevano innanzitutto Cultura.
Oggi che le crisi sono più profonde e i marosi più intensi, è necessario poter contare su riferimenti solidi e porti sicuri, su padri presenti che nel dubbio non si astengano dal “perdere tempo”, qualunque tempo, coi figli. Attenti che il senso di “orfanezza” (è il Papa che inventa queste parole) è più profondo di quel che pensiamo.
Buona festa del papà!

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