Il “Caprone” espiatorio del Sanremo
La Treccani identifica il capro espiatorio in un animale o uomo, o anche in qualcosa di astratto, capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità. L’espressione deriva, quindi, da un rito ebraico compiuto nel giorno dell’espiazione (kippūr), quando un capro veniva “caricato” di peccati dal sommo sacerdote. Un rito ancora oggi adoperato al Sanremo. Satana, spesso associato alla figura della capra, è riuscito a spostare l’attenzione su di sé e a sviarla dalle gaffe di Sanremo. Il leader della Lega dichiara di condividere le preoccupazioni espresse da don Aldo Buonaiuto, ma si direbbe che sia il caso di preoccuparsi del Catechista leghista, delle nuove proposte inquisitoriali e della stessa accondiscendenza del “leader che diceva sempre sì”, che pur di raccattare consensi sembra che sostenga proprio tutti. Anche se c’è un richiamo al racconto La bambina che diceva sempre no, l’articolo non può aiutare a risolvere gli espletati problemi interiori dei citati. Dunque, si parla di situazioni capaci di far rimpiangere i tempi in cui i cattolici non potevano partecipare alla vita politica del Paese. Ci si è dimenticati presto del saluto ai Casamonica e delle altre contestazioni. È davvero il caso di dire grazie a Satana!