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Studio Usa conferma: microplastiche anche in falde acquifere

Quando si parla di microplastiche ci si riferisce a particelle delle dimensioni inferiori al millimetro provenienti dalla disgregazione delle plastiche comunemente usate nella vita di tutti i giorni. Per anni si è pensato che fossero innocue, addirittura fino a pochi anni fa nessuno era a conoscenza della loro presenza. Tuttavia, come altri lavori in tal senso, un recente studio portato a termine ha dimostrato per la prima volta la presenza di microplastiche anche nelle falde acquifere calcaree “fratturate”, le quali forniscono il 25% del fabbisogno globale di acqua. Lo studio ha identificato fibre microplastiche, ma anche una varietà di farmaci e di contaminanti domestici, in due falde acquifere in Illinois, Stati Uniti d’America.
«Le plastiche nell’ambiente si disgregano in particelle microscopiche che possono finire nelle viscere e nelle branchie della vita marina, esponendo gli animali alle sostanze chimiche e alla plastica», ha spiegato John Scott, ricercatore presso l’Illinois Sustainable Technology Center e co-autore dello studio. «Così come le plastiche si disgregano – spiega Scott -, la vita marina si comporta come delle spugne che si impregnano di contaminanti e di microbi che alla fine possono farsi strada nel cibo che mangiamo». Inoltre, spiega il ricercatore, «le falde acquifere scorrono attraverso le crepe ed i vuoti nel calcare, a volte trasportando acque reflue e deflusso da strade, discariche e aree agricole nelle falde acquifere sottostanti».

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