Uffizi, in mostra il codice Leicester

Dallo scorso 30 ottobre 2018 e fino al 20 gennaio 2019 è possibile ammirare nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi, il celebre codice Leicester leonardiano la cui protagonista è l’acqua che, come riportato nel manoscritto, è forza motrice dell’evoluzione del pianeta.
La storia del codex tuttavia è ancora oggi non del tutto nota. Dapprima nelle mani dello scultore Guglielmo della Porta nel 1537, passò poi nel 1690 al pittore Giuseppe Ghezzi, importante esponente del Barocco italiano, che inserì anche un frontespizio nel testo con scritto: “Libro Originale / Della Natura, peso, e moto delle Acque, / Composto, scritto, e figurato di proprio / Carattere alla mancina / Dall’Insigne Pittore, e Geometra / Leonardo Da Vinci […]”
Nel 1717 il codice fu acquistato da Thomas Coke, conte di Leicester, rimanendo di proprietà degli eredi fino al 1980 quando fu poi messo all’asta e acquisito da Armand Hammer ed alla sua morte lasciato all’Armand Hammer Museum of Art and Cultural Center in California.
Nel 1994 divenne di proprietà del filantropo statunitense e fondatore di Microsoft, Bill Gates.
Rilegato in pelle, il documento comprende 36 fogli databili tra il 1506 ed il 1510, caratterizzati da notevoli studi di carattere idraulico-ingegneristico.
Se a quel tempo si pensava che la luna fosse una sfera di cristallo, Leonardo riflette invece sulla natura del satellite definendolo gemello della terra, ricoperto d’acqua e dalla superficie irregolare.
Dopo aver trascorso ben 36 anni in mani private il manoscritto sembra risplendere nella sua città affascinando i numerosi visitatori.
La mostra dal titolo L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci prende vita dopo oltre due anni di preparazione e -secondo quanto dichiarato da Paolo Galluzzi, curatore della mostra – “offre una visione intrigante della vastità inaudita degli orizzonti esplorati dalla mente di Leonardo. Il manoscritto documenta l’ossessione conoscitiva di Leonardo per l’elemento acqua, per i suoi movimenti vorticosi, per la forza plasmatrice e la potenza distruttrice che la caratterizzano, con continui rimandi a Firenze, al suo impianto urbano e al suo fiume, risorsa e al tempo stesso minaccia per le comunità che ne popolano le rive”. Importante innovazione è l’uso del Codescope, strumento che permette la visione in HD del codex, il tutto tra pannelli digitali con riproduzione di altri antichi manoscritti come il Codice sul volo degli uccelli.
Ad incuriosire il pubblico la proiezione sul pavimento di un torrente in piena che riconduce alla scena del Battesimo di Cristo nelle acque del Giordano.
Un progetto promosso dalle Gallerie degli Uffizi e del Museo Galileo, con il contributo di Fondazione CR Firenze ed il patrocinio del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post