Notte Bianca culturale da non dimenticare al Liceo Pizzi

Capua – Ancora una volta, durante la Notte Bianca nazionale dei Licei dell’indirizzo Scienze Umane-Opzione Economico Sociale, il Liceo Statale “Pizzi” di Capua ha dato vita ad un evento dall’intensa ispirazione. Apertosi la sera del 26 ottobre 2018, con il saluto del dirigente scolastico, dott. Enrico Carafa, l’occasione è stata un condensato di impegno sociale e di cultura, da cui traspariva la capacità di sorridere, nonostante le difficoltà. La serata è stata dedicata ai diritti umani, ed in particolare ai nuovi diritti nel mondo globale, oltre che alla salvaguardia del pianeta. L’entrata della scuola, in modo significativo, si è presentata decorata con riproduzioni di pianeti: riferimento all’immensità del cosmo e dei suoi grandi numeri…un universo di cui la Terra è minima, eppure così preziosa, parte. Molti fiori di girasoli, con la loro solare bellezza, allietavano diverse sale, durante l’evento, dedicato a questo indirizzo, relativamente nuovo, ed in cui si intrecciano tradizione ed innovazione, con in risalto le discipline umanistiche, economiche, giuridiche e linguistiche (vi si studiano la lingua inglese e quella spagnola). Durante la Notte Bianca 2018, vi è stata, così, una primarietà delle tematiche sul diritto d’asilo e sulla Convenzione di Ginevra. Diversi alunni ed alunne hanno messo in scena una riunione di ministri a Bruxelles, dal sapore agrodolce, divertente ma che invitava alla riflessione: impersonando Macron, la Merkel, Conte, rispondevano ad una conferenza stampa internazionale. Si poteva ascoltare un alunno, che interpretava Macron, affermare: “Sì ai migranti, a condizione che non vengano da me”, mentre, ancora nella riuscita satira, un altro studente, che impersonava Conte, rispondeva: “Sì, no, forse”, alla domanda se la riunione avesse prodotto risultati chiarificatori. Vi era poi un brano di origine dialettale, che, in lingua napoletana, narrava di “muri attorno ai porti”: un muro che diventa una livella; varie voci affermavano la consapevolezza che gli immigrati fossero non certamente meno uomini degli italiani, e, capovolgendo la conclusione della poesia di Totò, che era invece riferita alla morte, si affermava, con un forte finale: “Noi siamo seri, apparteniamo alla vita”. Bella anche l’interpretazione della straordinaria figura di Malala Yousafzai, la giovanissima attivista pakistana, premio Nobel per la pace a soli 16 anni, sopravvissuta ad un attentato per il suo impegno a favore dell’istruzione e dell’emancipazione della donna; riferimento a proposito di diritti il cui riconoscimento non è sempre scontato, ma fondamentali per evitare che tanto potenziale vada perduto. Motto di uno dei momenti della manifestazione, è stata la riflessione: “Per trattare nello stesso modo tutti, bisogna riconoscere che ognuno è diverso dall’altro”. Un’altra rappresentazione, ispirata ad un servizio del giornale on line “Fan Page”, vedeva la difesa, da parte di sue compagne, di un’alunna musulmana, soprannominata “Isis” e per questo trattata da “ultima”, da una professoressa che tradiva il suo compito. Durante l’evento, è stata ricordata anche la chiusura del governo Trump nei confronti dell’immigrazione messicana, vista, in modo troppo generalizzato, in quanto fonte di pericolo, veicolo di droga, contro cui usare l’esercito. Era poi stato ricordato anche l’appello ispirato di Papa Francesco, contro l’indifferenza, nel suo discorso con l’invito ad andare nelle periferie del mondo, ed in ogni dove. Altre riflessioni poste al centro della serata hanno riguardato il diritto ad essere se stessi, contro un conformismo consumistico, dietro cui c’è, spesso, un mercato esasperato, che, a volte, crea complessi infondati sull’estetica, e frequentemente ingigantisce minimi problemi: come quando non ci si accetta abbastanza per dei brufoli, che paiono percorrere il “Cammino di Santiago”, attraversando “in pellegrinaggio” il viso. Risuonava, poi, l’invito a diventare “speleologi di se stessi”, alla ricerca delle profondità insondabile dell’energia dell’anima: ascoltando le proprie maree e bonacce interiori, come in una conchiglia. L’aspirazione era, così, quella di essere se stessi, senza maschere, ricordando il filosofo latino Seneca. Durante la serata, si sono succeduti canti e danze, che valorizzavano un messaggio, oltre che di apertura all’altro, anche di amore per la propria terra: un sentimento non esclude affatto l’altro, infatti, in una più lungimirante ottica. Colonna sonora dell’incontro sono stati anche i tradizionali bottari, e, in più, sono state presenti anche suggestive canzoni in inglese e spagnolo. Riguardo le tematiche linguistiche, pure connesse alla globalizzazione, è stato rimarcato quanto il contatto tra lingue diverse sia un bene, ma sia discutibile un abuso gratuito di parole straniere, più che altro per seguire mode: a questo proposito, era stata interpretata una simpatica scenetta, tra una nonna che si esprimeva solo in idioma napoletano, ed una nipote che usava continuamente parole inglesi… Un’altra tematica che non è stata ignorata è stata quella riguardante il rispetto della vita personale, in quanto parte dei diritti umani: dopo avere citato lo scrittore colombiano Garcìa Marquez, per cui esistevano tre vite in una sola vita, cioè pubblica, privata e segreta, veniva recitata una storia, che potrebbe essere vera, in quanto plausibile ed attuale: la vicenda di una ragazza dei nostri tempi, che, dopo avere vissuto un rapporto sentimentale con un ragazzo, che sembrava il migliore possibile, per cui aveva messo in gioco tutto, ed aveva vissuto esperienze che dovrebbero essere scolpite in modo indelebile tra i ricordi preziosi, dal primo bacio alla “prima volta”, si vedeva tradita nel peggiore dei modi. La giovane ritrovava, infatti, dati ed immagini intime in un sito web di incontri, inseriti dal suo ex, per una meschina e delinquenziale vendetta, a causa della fine della loro storia. La vicenda recitata si concludeva in modo positivo, con un intervento psicologico e legale a favore della vittima, a differenza di qualche caso di cronaca reale (ad esempio, l’emblematico caso di Tiziana Cantone), tristemente richiamato dalla rappresentazione, che, invece, ha voluto mantenere vivo un messaggio di speranza, da non dimenticare. Molto interessanti anche delle riflessioni sul diritto alla vita, corredate da una serie di immagini che evocavano particolari sentimenti di tenerezza, tra cui quello di un bimbo, in forma di angelo, non ancora nato, che spuntava da una nuvola, e qualche fotografia di un bambino piccolissimo, che con un sorriso pieno di gioioso entusiasmo, veniva aiutato a camminare; tuttavia, veniva ricordato, nondimeno, che è diritto alla vita anche scegliere se essere mamme o meno: maternità, quindi, da aiutare, cercando comunque di favorire scelte consapevoli, in ogni caso. Uno dei motivi ispiratori, interni alla tematica sui diritti, ha riguardato infatti, più specificamente, quello dei diritti di genere: ricordando gli omaggi alle donne, ad esempio, di William Shakespeare, che invitava ad alzarsi in piedi davanti ad una donna, per condannare le discriminazioni e gli abusi subiti nella storia, e quello espresso dalla raccolta di poesie “Milk and honey” (“Latte e miele”), di ispirazione femminista, dell’artista Rupi Kaur, di origine indiana, residente nel Canada contemporaneo. Molto in tema sono stati anche diversi estratti, ripresi dal celebre , brillante monologo dell’attrice Paola Cortellesi, sulla diversità di significati di tanti termini e modi di dire, quando espressi al maschile e quando espressi al femminile, con una connotazione spesso dispregiativa, nel secondo caso: un elenco di termini (ad esempio, “cortigiano” e “cortigiana”, ecc…) che, in tante situazioni, può divenire un elenco di ingiustizie: più che solo parole, traduzioni di pensieri, su cui riflettere. Queste, ed altre ancora, le fasi dello spettacolo, che si è poi concluso con una sorta di inno ad un mondo reso più bello dalle sue affascinanti diversità: l’ intramontabile “Ombelico del mondo” di Jovanotti, che, assieme ad una melodia che ha celebrato madre natura ed i continenti, ha concluso la manifestazione culturale, tra i costumi multicolori degli alunni, che riproducevano minuziosamente la bellezza delle vesti di disparati luoghi del mondo. La Notte Bianca dell’indirizzo Economico-Sociale del Liceo Pizzi, inoltre, ha ricevuto su internet, il caldo saluto del grande cantante napoletano Enzo Avitabile: pur essendo stato impossibilitato ad esservi di persona, l’artista ha seguito ed apprezzato le attività della scuola, ed ha promesso, con entusiasmo, che presto sarà presente per qualche ulteriore attività del Liceo di Capua: un omaggio speciale, quindi, per un impegno che ha toccato i cuori.

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