Pranzi al buffet, individuato segnale responsabile del buon gusto

Gli scienziati hanno scoperto quali segnali cerebrali ci aiutano a scegliere le pietanze nei buffet delle feste.
Gli inviati ai buffet di feste e cerimonie pensano a quale piatto provare e quanto prenderne dell’una o dell’altra pietanza. I neuroscienziati dell’Università Johns Hopkins hanno individuato un’area cerebrale che sembra essere fortemente legata alle preferenze sul cibo in tali occasioni.
I ricercatori, studiando il comportamento dei ratti da laboratorio, hanno rilevato una forte attività neurale in determinate parti del cervello, al momento della scelta del cibo. La scoperta di questa area cerebrale, secondo i ricercatori, potrebbe essere utile, ad esempio, a sviluppare terapie e trattamenti per incoraggiare il cibo salutare.
I ricercatori dello studio pubblicato sulla rivista “Nature Communications” volevano inizialmente individuare in che modo il cervello determina cosa e quanto mangiare, quando si ha la possibilità di poter scegliere tra più opzioni di cibo. In pratica, una situazione in cui molte persone si ritrovano quotidianamente, non solo al momento dei buffet, ma anche quando si osserva un menù di un ristorante o si guarda cosa c’è nel frigorifero.
Tutto ciò potrebbe sembrare automatico, come quando ci si muove in fila durante un buffet, ma quando si tratta di individuare questo o quel tipo di cibo, il cervello deve individuare velocemente questa o quella tipologia di scelta, e quale sia la più ricompensante per le papille gustative. Anche se si ha la possibilità di scegliere più cibi, mangeremo con più velocità il piatto favorito e con morsi più grandi. Per studiare questo problema i ricercatori hanno somministrato ai ratti due tipologie di bevande zuccherate con saccarosio o maltodestrina. Ebbene, i ratti hanno preferito quella a base di saccarosio, al posto di quella fatta con la maltodestrina. Non solo, quando i ratti bevevano la bevanda con il saccarosio, mangiavano più velocemente.
Durante i giorni di osservazione, i ratti hanno preso una bevanda zuccherata o l’altra. Nel frattempo, il team di ricercatori ha mappato l’attività cerebrale dei ratti, precisamente nel momento in cui l’animale aveva realizzato la tipologia di bevanda che aveva ottenuto, marcando i neuroni che hanno registrato l’eccitazione per il saccarsosio, a sfavore di quelli per la maltodestrina.
I neuroni attivati sono stati trovati in un’area chiamata “pallido ventrale”, spesso associata con la ricompensa e la percezione del piacere.
Successivamente, i ricercatori hanno presentato ai ratti differenti set di opzioni, ognuna con bevande a base di maltodestrina o acqua pura. In questo scenario, quando i ratti prendevano maltodestrina, i neuroni del pallido ventrale si sono accesi come quelli precedentemente accesi per il saccarosio. Questo ha suggerito che l’area cerebrale interessata produce decisioni contesto-dipendenti, resettandosi su quale sia la migliore opzione in quel momento.
Il prof. Ottenheimer, responsabile dello studio, ha spiegato che «i ritrovamenti occorsi suggeriscono fortemente che ulteriori investigazioni sul “pallido ventrale” saranno critiche per capire in che modo prendiamo decisioni su come mangiare. Se vogliamo scoprire perché un cibo può essere appagante, in uno scenario, e non appagante, in un altro, allora dobbiamo capire il funzionamento di quest’area».

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