Una storia da raccontare: i deportati roccani del ‘43

Roccamonfina . Una Storia da Raccontare: triste ricordo del 23 settembre 1943. Nella mattinata del 23 settembre u.s. il Comune di Roccamonfina, insignito, qualche anno fa con la Medaglia d’argento al valore civile, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il coinvolgimento subito durante la Seconda guerra mondiale per mano delle truppe tedesche, anche quest’anno in unione con l’Associazione “Una Storia da Raccontare” ideata dalla dott.ssa Ester Di Pippo, ed un gruppo di giovani, ha commemorato i deportati roccani. Giunta alla sua III ͣedizione, l’Associazione ha lo scopo di ricordare e di riportare alla memoria delle nuove generazioni, quel pezzo di storia roccana, consumatosi tristemente durante la Seconda guerra mondiale, in cui “furono deportati circa 1000 concittadini, figli, padri, fratelli, costretti ad abbandonare le loro case, la loro Roccamonfina”. Dopo la benedizione della Corona d’alloro deposta ai piedi del Monumento ai Caduti in guerra, il sindaco dott. Carlo Montefusco ha ricordato l’importanza dell’evento, spiegando che nella centralissima piazza Nicola Amore proprio dove oggi è ubicato il significativo Monumento, nella mattinata del 23 settembre del 1943 ed in pieno raccolto di castagne, risorsa naturale della ridente cittadina campana, i giovani roccani vennero strappati dalle braccia dei loro affetti, catturati, rinchiusi in carri per bestiame e condotti a Sperlonga, per poi proseguire in treno blindato fino a S. Giovanni in Persiceto località in provincia di Bologna, dove rimasero prigionieri, nei vagoni blindati del treno, e privati di ogni dignità di uomo, prima di raggiungere i campi di concentramento. Diffusasi la notiziai tra gli abitanti di S. Giovanni, le donne del luogo, anche se minacciate dai militari tedeschi, non esitarono a prestare loro soccorso, fornendo acqua dei loro pozzi e panni dei loro uomini, attraverso piccolissime fessure. Il sindaco Montefusco ha ricordato ancora che i deportati roccani, rimasti prigionieri per ben due anni nei campi di concentramento nazisti, non persero mai la speranza di ritornare a casa, ma mantennero sempre vivo il sentimento di reciproco aiuto e fratellanza. Alla cerimonia sono intervenuti il Generale Antonio Mario Petteruti, che ha illustrato le vicende roccane nel periodo bellico, a seguire i nipoti dei deportati Mario Di Pippo e Arcangelo Sciacca, hanno letto passaggi significativi dei diari scritti dai due prigionieri, che rappresentano appunto una viva testimonianza delle atrocità del tempo e del dolore subito; in conclusione il Presidente dell’A.N.E.D. di Bologna, dott. Fabrizio Toso, ha ripercorso attraverso il ricordo, le vicende belliche inerenti gli episodi che hanno visto come protagonisti i prigionieri roccani presso S. Giovanni in Persiceto. Da quest’anno l’evento si è arricchito della presenza, nella Casa Comunale, di oggetti bellici utilizzati durante la Seconda guerra mondiale, per fornire una testimonianza ulteriore e significativa di quanto è accaduto nella storia di Roccamonfina, e far rivivere nel ricordo anche coloro che persero la vita.

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