“Le otto montagne” di Paolo Cognetti

“Mi sembrava di riuscire a cogliere la vita della montagna quando l’uomo non c’era. Io non la disturbavo, ero un ospite ben accetto; allora sapevo di nuovo che in sua compagnia non mi sarei sentito solo.”
Così Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017, parla nel suo libro della montagna, concepita non solo come un luogo di straordinario fascino, ma come un vero e proprio stile di vita.
Nato a Milano nel 1978, lo scrittore ha sin da subito alimentato la propria curiosità, che lo ha portato a studiare da autodidatta la letteratura statunitense. Ha esordito nel 2003 con “Fare ordine”, seguito da alcune raccolte di racconti tra cui “Manuale per ragazze di successo” e “Una cosa piccola che sta per esplodere”. Tra il 2010 e il 2014 ha pubblicato una serie di documentari come “New York è una finestra senza tende” e “Tutte le mie preghiere guardano verso ovest”.
A consolidare il legame con i monti il diario “Il ragazzo selvatico” cui ha fatto seguito, a distanza di tre anni, la pubblicazione dal romanzo “Le otto montagne” che è valso all’artista il Premio Strega e la vendita del volume in ben 30 paesi. Il libro suddiviso in tre sezioni vede come protagonista principale del racconto la montagna, consolidatrice dei rapporti umani e tramite di sentimenti; la prima parte del romanzo intitolata “Montagna d’infanzia” narra l’inizio di un’amicizia tra Pietro, un ragazzo di Milano insensibile e solitario e Bruno, conosciuto a seguito dell’affitto di una casa a Grana, che prenderà parte alle lunghe escursioni condotte dal padre di Pietro, un uomo piuttosto arido d’affetto che nella seconda sezione del racconto “La casa della riconciliazione” ritroverà la serenità anche grazie all’ambiente alpino. Nell’ultima parte della narrazione “Inverno di amici” Pietro si spingerà alla ricerca di se stesso in Nepal e vedrà Bruno restare invece tra le sue amate montagne.
Un romanzo che spinge a riflettere su quanto la forza della natura possa influire sull’animo umano, a volte fragile come i cristalli di ghiaccio che ricoprono le cime delle alture, altre saldo come le radici degli abeti che rivestono i boschi.

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