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Ripartire dalla nostra storia

Il titolo di questo breve articolo può sembrare, ai giorni nostri, quanto mai anacronistico, soprattutto se consideriamo il significativo discredito in cui è caduta la disciplina storica. Per lo più, infatti, la storia viene recepita dagli studenti come una materia noiosa che si limita a mettere alla prova la loro capacità mnemonica o, nella peggiore delle ipotesi, un qualcosa di cui ben presto potranno fare a meno. Le ragioni di una simile situazione sono diverse e non è questa la sede più opportuna per discuterne, ma qui si intende solamente riflettere su qualche possibile modalità da adottare per rafforzare lo sfilacciato rapporto tra i giovani e la storia.
Si potrebbe ripartire dalla realtà che li circonda quotidianamente, dalle strade che percorrono ogni giorno e dai monumenti che abbelliscono le loro città e che, molto spesso, sono associati a ricordi segnati in modo indelebile nella loro memoria. Si potrebbero così guidare i ragazzi in un percorso graduale che li appassioni, riscoprendo le origini della loro città, dei propri luoghi e della propria famiglia. Un simile percorso, seppur tra mille difficoltà, potrebbe consentire di rafforzare quel rapporto sfilacciato a cui si faceva cenno in precedenza e, allo stesso tempo, potrebbe indurli a studiare con maggiore interesse una disciplina fondamentale per la loro formazione culturale e, soprattutto, civica. Ciò che la storia garantisce ad ogni ragazzo non è la sterile ed inutile acquisizione di nozioni, ma la capacità di ragionare criticamente, vagliare le fonti e, dunque, divenire cittadini coscienti ed in grado di orientarsi in una realtà quanto mai magmatica come quella in cui viviamo e siamo immersi.
Favorire un simile approccio dei ragazzi alla storia potrebbe, inoltre, garantire una vita radiosa anche per le tante istituzioni culturali che hanno sede nella nostra provincia e, più in generale, nell’eterogeneo e ricchissimo territorio italiano. Basti pensare, solo per citare qualche esempio del nostro territorio, al Museo Campano, ai tanti musei diocesani, ai siti archeologici di Santa Maria Capua Vetere e di Calvi Risorta, tutti fuori dai circuiti turistici di primo piano, ma dannatamente ricchi di un fascino ammaliante e solo da riscoprire. Concludendo, ci si augura che la storia possa tornare tra le discipline fondanti della formazione giovanile e che questo articolo possa suscitare interesse nei lettori, così da aprire un dibattito proficuo e quanto mai necessario.

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