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Una bomba di gusto: ‘o puparuolo ‘mbuttunato!

Con video – Per combattere il caldo afoso della stagione estiva che mette al tappeto tutte le nostre forze e la voglia di cimentarsi in cucina, generalmente si prediligono ricette fresche, pratiche e veloci. La gastronomia napoletana non sembra, però, essere d’accordo se colloca tra i piatti della sua cucina estiva una vera e propria bomba calorica, tutt’altro che fresca: ‘o puparuolo ‘mbuttunato! Pianta orticola proveniente dall’America ed introdotta in Europa solo nel ‘500, il peperone in Italia assunse tale denominazione per il suo sapore particolarmente affine a quello del pepe. Utilizzato nelle cucine di tutta la nostra penisola e non solo, esso viene impiegato in Campania per la realizzazione di un piatto figlio della cultura parsimoniosa ed umile del popolo napoletano. Tale ricetta, difatti, nasce dalla voglia di riciclare carne, pane raffermo, pasta e chi più ne ha più ne metta! Privati del picciolo e dei semi, i peperoni vengono lasciati interi per essere poi imbottiti. Ne esistono due varianti: la prima prevede l’utilizzo di melanzane fritte, acciughe, capperi, pane raffermo ed olive; la seconda, realizzata con la “papaccella”, varietà di peperone più corta, tonda e carnosa utilizzata soprattutto per le conserve tradizionali sottaceto o sott’olio, richiede un’imbottitura a base di pasta, riso o vermicelli e rappresentava il pranzo dei venditori ambulanti che andavano in giro per i vicoli della città vendendo la propria merce. Ma come si sa, de gustibus non est disputandum, per cui ognuno può farcirli a proprio piacimento o secondo la propria ricetta familiare.

 

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