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We say a little prayer

16 agosto 2018: muore nella sua casa a Detroit Aretha Franklin. I media impazziscono, da Sky News, al tg, ai social: tutto in pochi istanti: a riferiflo, l’agente della star Gwendolyn Quinn. Secondo le ultime notizie, la cantante afroamericana, regina del soul, si è spenta a 76 anni per un cancro al pancreas, dichiarato qualche anno fa. Nata a Memphis nel 1942, è conosciuta come una delle personalità più forti, grintose e con una delle voci più accattivanti di tutto il novecento. È impossibile non conoscere almeno uno dei suoi brani: da “I say a little prayer” a “think”, da “respect” a “a natural woman”. È impossibile immaginare la storia della musica senza una componente fondamentale come Aretha, la base, il sogno e l’idea del soul. Prima donna ad essere entrata nella “Rock and roll hall of fame” nel 1987, classificata al nono posto fra i 100 più grandi artisti della storia della musica dal Rolling Stone: sempre nella stessa lista, nell’edizione del 2010, ha toccato la sua vetta, divenendo la prima fra i “100 Greatest Singers”. Cresciuta in una casa impregnata di bigottismo religioso, e la difficile separazione dei genitori, con conseguente abbandono da parte della madre, Aretha è una di quelle ragazzine che lavora sodo per raggiungere i propri sogni, e non con poche difficoltà, è determinata a raggiungerli: viene scoperta da un produttore durante un coro gospel, toccando quasi immediatamente il successo: prima della fine degli anni 60’, a portare al successo alcuni 45 giri, tra i quali Rock-a-bye Your Baby with a Dixie Melody. Parlare di un’artista come Aretha Franklin, significa salutare una meravigliosa stella, una di quelle così importanti, da far parte dell’immensa costellazione che è la storia della musica mondiale. Oggi commemoriamo insieme alla Regina del soul, il Re del rock and roll: Elvis Presley, sparito il 16 agosto del 1977.
Per te, Aretha, rispetto per sempre.

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