Rubens censurato da Facebook

Con video – A quanto pare le opere classiche e il regolamento dei filtri di Facebook non sempre vanno d’accordo. Ad averne avuto prova è stato Visit Flanders, l’Ente ufficiale del Turismo delle Fiandre, che conta di arrivare ai tre milioni di visitatori nel 2020 grazie alla Biennale dedicata a Rubens, Bruegel e Van Eyck, la cui promozione culturale e turistica per i visitatori è possibile in gran parte proprio grazie ai social media.
La censura è avvenuta di recente ad opera del social network più utilizzato al mondo nei confronti di alcune immagini ritraenti corpi nudi, tratto distintivo delle opere di Rubens, artista fiammingo venuto poi a contatto con l’ambiente del barocco italiano di cui ricordiamo sommi maestri quali Carracci e Caravaggio.
Quelli di Rubens, artista stregato dal decorativismo e dalla vanitas barocca, sono corpi classicheggianti a cui tramite sapienti pennellate è quasi conferita la vita, miscela di sacro e profano, profano presente già nel Rinascimento, basti pensare al soggetto delle tre Grazie o ai dipinti della Cappella Sistina, anche quest’ultimi oggetto di censura.
Allo spiacevole evento non ha tardato la replica dell’ente Turistico Fiammingo che ha recentemente postato sui social un ironico cortometraggio, diventato subito virale sulla rete, che ha visto protagonisti alcuni poliziotti in cerca di utenti dei social media tra i turisti. Molti sono stati accompagnati all’uscita della Casa Museo del celebre pittore, la Rubenshuis di Anversa o invitati ad allontanarsi dalle opere censurate perché ritraevano nudi troppo “spinti”.
Ovviamente il provocatorio video di protesta ha avuto i suoi effetti in quanto ha denunciato i parametri tecnologici che impediscono in molti casi la diffusione iconica delle opere d’arte e il danno notevole che ne deriva in termini di promozione turistica. Non sono mancati visitatori che stando al gioco hanno addirittura proposto di privarsi degli indumenti.
Una risposta forte che ha voluto sottolineare come gli algoritmi del più noto dei social spesso commettano errori lesivi nei confronti della cultura e della bellezza dell’arte.

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