La città di Liternum

“Ti scrivo mentre me ne sto a riposo nella villa di Scipione l’Africano… È il sepolcro di un così grande uomo. Sono convinto che la sua anima è ritornata in cielo, non perché comandò grandi eserciti, ma per la sua straordinaria moderazione e per il suo amore di Patria.” Così scrisse Seneca in una lettera a Lucilio, durante il suo soggiorno a Liternum, dunque, abbiamo prova che anche il famoso filosofo romano abbia trascorso del tempo proprio in quest’area archeologica. Probabilmente non molti conoscono Liternum, o almeno ignorano i suoi aspetti più interessanti. Sita nel territorio a nord di Cuma, nel Comune di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, Liternum è un’antica città romana, fondata intorno al 194 a.C. dalla stirpe degli Osci, in epoca preistorica, e sviluppandosi poi come centro abitato sulla sponda del lago Patria (la Literna Palus, citata nelle fonti letterarie, dove sfociava l’antico Clanis), fece parte, insieme ad Atella, delle città Osche Confederate. Liternum nacque dall’esigenza di procurarsi una colonia marittima proprio sulla sponda del lago, infatti nacque insieme alle altre due città marittime di Puteoli e Volturnum. Da queste antichissime origini tracciamo ora gli aspetti più singolari e attraenti di questo sito. Il primo aspetto curioso è proprio quel riferimento di Seneca a Scipione l’Africano. In effetti, Tito Livio ci narra che la città fu assegnata a trecento veterani della seconda guerra punica, probabilmente dell’esercito di Publio Cornelio detto Scipione l’Africano che proprio qui durante il suo esilio pare avesse deciso di costruire la sua dimora, dove morì nel 183 a.C. e fu sepolto. Ebbene, a dispetto delle apparenze non sempre gradevoli dei territori in provincia di Napoli, risulterà di certo sorprendente scoprire che proprio lì giacciono i resti di un personaggio così rilevante! Ma le sorprese che ci riserva questo sito, non finiscono. Interessante è anche l’origine di una strada ancora oggi utilizzata dai campani, chiamata Via Domitiana, che voluta dall’imperatore Domiziano nel 95 a.C., per collegare questa zona a Puteoli, e fu senza dubbio con questo collegamento urbano che Liternum raggiunse un grandissimo sviluppo economico e commerciale, fungendo da crocevia per le comunicazioni e gli scambi con Roma. Naturalmente mai saremmo venuti a conoscenza di informazioni cosi utili senza l’intervento degli archeologi che nel 1932 con i primi scavi scoprirono una quantità sorprendente di ricchezze accumulate in questa zona, a partire dall’ara di Scipione L’Africano, fino ad un’intera necropoli imperiale un tesoro che in pochi immaginano! Dell’antica Liternum è visibile ancora oggi il Foro, che accoglie la tomba di Scipione, una piazza cinta su tre lati da portici e da resti di colonne in laterizio. Ma ancora da ammirare restano il Tempio dedicato alla famosa triade capitolina, Giove, Minerva e Giunone, e la Basilica costruita all’epoca di Silla. I resti meglio conservati riguardano la zona della Necropoli. La questione di Liternum oggi è molto delicata, e divenne complicata quando nacque la volontà di renderla un sito archeologico di importanza mondiale quanto Ercolano e Pompei, volontà purtroppo in forte contrasto con la mancanza di fondi sufficienti per la riqualificazione e trasformazione in sito archeologico.

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