Il sindacato di polizia Coisp difende l’operato dei poliziotti

Nel pomeriggio di ieri, in una delle vie più centrali della città partenopea, si è assistito a scene quasi da film che ha visto protagonisti una pattuglia di Nibbio della Questura di Napoli, intenti all'espletamento del loro lavoro di prevenzione e repressione del crimine, ed un ragazzo, a bordo anch'esso di un motociclo che, nel vedersi intimare l'alt dalle divise, si è dato a precipitosa fuga speronando perfino uno dei due motociclisti poliziotti al fine di guadagnare terreno e dileguarsi. Sull'episodio increscioso si esprime Giuseppe Raimondi, Segretario Generale Provinciale del Sindacato di Polizia Coisp di Napoli : “Purtroppo Napoli non è nuova a questi scenari che lasciano sgomenti gli spettatori civili e noi stessi esponenti delle forze dell'ordine. Mi lascia però, parimenti sgomento, la facilità di giudizio di chiunque, media compresi, che pur non essendo presenti o coinvolti nei fatti, si sentono autorizzati ad esprimersi giungendo addirittura a condannare proprio coloro che, giornalmente ed a rischio della propria incolumità, difendono la democrazia, la sicurezza e quello che dovrebbe definirsi un pacifico vivere civile. Concordiamo con il Questore De Iesu sul fatto che certi atteggiamenti non rientrano in alcun modo nella deontologia professionale del poliziotto, ma mi sento di poter lanciare una sfida a chiunque, a svolgere questo delicato compito in una città e realtà complessa come quella napoletana. Rapine, scippi, violenze come quella di stamattina in pieno centro, perpetrate giornalmente da soggetti a bordo di ciclomotori, non ultime le baby gang che hanno seminato terrore per le vie cittadine, e continuano a farlo, armati fino ai denti e pronti ad offendere e reagire contro chiunque si frapponga fra loro ed il loro delittuoso obiettivo. Vorrei porre l'attenzione proprio sul fatto che non è normale in una società civile, quale dovrebbe essere la nostra, non fermarsi all'alt di Polizia, quasi come lanciare una sfida ai poliziotti ed addirittura permettersi pure di speronarli per farli cadere e guadagnare ancora più velocemente la fuga. Inoltre, preciso che lavoriamo in un contesto sociale difficile e complesso dove non solo manca il rispetto delle regole, anche le più elementari, dove si tenta di disconoscere l'autorità dello Stato ma dove questo stesso Stato ci mette in condizione di lavorare con scarsi mezzi e pochi uomini. E' un decennio che il Coisp denuncia la mancanza assoluta di carri attrezzi per il sequestro dei motorini i quali  puntualmente vengono affidati, in barba alla legge che impone il sequestro e deposito presso i centri autorizzati e con l'ausilio dei carri attrezzi,  ai proprietari che il più delle volte sono gli stessi ai quali sono stati sequestrati.   Dire < stavo lavorando> o < mi sono impressionato>  non può assolutamente legittimare la fuga e l'esimersi dal rispetto delle leggi. A questo punto, mi chiedo che senso abbia  una pattuglia in divisa per strada, se si giustifica l'inosservanza e la disobbedienza ad una disposizione, assolutamente legittima, impartita da chi in quel momento rappresenta l'Istituzione, l'ordine e la sicurezza. Beh, io ritengo che ci sia sicuramente una esagerazione nel comportamento dei miei colleghi, ma mi sento al contempo di giustificare la cosa proprio in virtù dell'atteggiamento di sfida allo Stato di questi soggetti  e del contesto sociale in cui ci troviamo a vivere e lavorare, dove scappare ed addirittura reagire lascia intendere che ci si trovi di fronte a dei delinquenti. Si, proprio così, perché questa si chiama delinquenza … ed è da qui che si parte per arrivare a consumare reati ben più grandi e gravi. Confidiamo quindi nel Questore De Iesu, che in primis è conoscitore del contesto partenopeo e poliziotto di strada, nel valutare e giudicare adeguatamente i fatti ed i colleghi coinvolti nella vicenda”.

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