Braccialetti antistalker
"Il Tirreno" e la giornalista Ilaria Bonuccelli hanno promosso su "Change.org" la petizione: «Ministero dell'Interno: sblocchiamo l’uso dei braccialetti elettronici anti-stalker». Essa è diretta a Marco Minniti, ad Andrea Orlando, alla Commissione d'inchiesta del Senato sul femminicidio e al Parlamento Italiano.
I braccialetti denominati "antistalker" consentono alle vittime, di reati che costringono le stesse ad alterare la propria quotidianità, di monitorare gli spostamenti del loro persecutore.
Qualche tempo fa "La Stampa" scriveva di questi dispositivi (dotati di un sistema GPS, che avverte sia la vittima che le forze dell'ordine) e dell'approvazione della legge che consente di controllare, attraverso di essi, gli spostamenti di stalker e di persone violente (con il consenso di questi e in cambio di sconti di pena).
Ad oggi, sappiamo che questa campagna di denuncia sottilinea che dal 2015 lo Stato italiano paga per l'utilizzo di 20 dispositivi (per testare l'efficienza della proposta) ma non ne usufruisce. Pagarli senza ottenerne un beneficio è davvero paradossale.
Milioni di donne, secondo l’Istat, hanno subìto una forma di violenza; sarebbe al limite dell'inverosimile dover controllare, in questo modo, ogni singola (sarebbe folle pensare di dover arrivare a tanto pur di evitare di analizzare e agire sul principio che ha generato questa violenza e oppressione tra i sessi) ma sicuramente si può trovare una soluzione che possa, in qualche modo, fare la differenza: monitorando chi si affida alla legge e si espone ad un forte rischio, che sia uomo o donna.