Il Papa: che cos’è il Natale se togliamo Gesù?

"Quando pregherete a casa, davanti al presepe con i vostri familiari, lasciatevi attirare dalla tenerezza di Gesù Bambino, nato povero e fragile in mezzo a noi, per darci il suo amore. Questo è il vero Natale. Se togli Gesù, che cosa rimane del Natale? Una festa vuota. Non togliere Gesù dal Natale! Gesù è il centro del Natale, Gesù è il vero Natale! Capito?". È chiaro il messaggio di papa Francesco, nel giorno del suo 81esimo compleanno, in occasione dell'Angelus di domenica 17 dicembre in piazza San Pietro davanti a 25mila fedeli; il fedele cristiano, avendo incontrato Gesù, non può che essere “un testimone e un araldo di gioia”. La Chiesa ha celebrato domenica 17 dicembre la terza domenica di Avvento, detta “domenica della gioia”. Dopo i richiami precedenti alla vigilanza e a preparare la strada per la venuta del Signore, la liturgia, afferma Francesco affacciandosi dal Palazzo Apostolico su una piazza San Pietro illuminata dal sole, ci dice con quale spirito vivere tutto questo: con la gioia costante, la preghiera e il continuo rendimento di grazie. San Paolo, nella prima lettera ai Tessalonicesi che costituisce la seconda Lettura liturgica, raccomanda: “Siate sempre lieti” e il Papa spiega: Vale a dire rimanere sempre nella gioia, anche quando le cose non vanno secondo i nostri desideri, c’è quella gioia profonda, che è la pace : quella è gioia, pure, è dentro. Le angosce, le difficoltà e le sofferenze attraversano la vita di ciascuno, e tante volte la realtà che ci circonda sembra essere inospitale e arida, simile al deserto nel quale risuonava la voce di Giovanni Battista, come ricorda il Vangelo di oggi. Ma proprio le parole del Battista rivelano che la nostra gioia poggia sulla certezza che questo deserto è abitato." È Gesù che abita nel deserto, l' inviato dal Padre “a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore. Egli, ricorda il Papa, “è venuto sulla terra per ridare agli uomini la dignità e la libertà dei figli di Dio”. È anche San Paolo a indicare il secondo atteggiamento: “Pregate ininterrottamente”. Per mezzo della preghiera possiamo entrare in una relazione stabile con Dio, che è la fonte della vera gioia. La gioia del cristiano non si compra, non si può comprare, viene dalla fede e dall’
incontro con Gesù Cristo, ragione della nostra felicità. Quanto più siamo radicati in Cristo, tanto più siamo vicini a Gesù, tanto più ritroviamo la serenità interiore, in mezzo alle contraddizioni quotidiane". Ed è una gioia, questa, da condividere e che “rende meno faticoso il cammino della vita”. Infine il terzo atteggiamento di cui parla l’Apostolo: il continuo rendimento di grazie tratta della riconoscenza verso il Signore, verso i suoi benefici, il suo amore misericordioso, la sua bontà.  Il Papa fa accenno alla Vergine Maria a cui possiamo affidarci. Lei è “causa della nostra gioia”, non solo perché  ha generato Gesù, ma perché ci porta a Lui.

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