Intervista Onorevole Prina

On. Prina, finalmente il Parlamento italiano ha approvato il Disegno di Legge sul trattamento terapeutico per le persone che versano in fin di vita.
1) Come mai c’è stato bisogno di un iter così lungo e complicato? Qual è la sua opinione al riguardo?
Il tema del consenso informato e delle disposizioni anticipate del trattamento sanitario con le quali il dichiarante enuncia, in linea di massima, i propri orientamenti sul “Fine vita,” nell’ipotesi in cui sopravvenga una perdita irreversibile della capacità di intendere e di volere, è un tema molto delicato e in quanto tale c’è stato bisogno di un lungo lavoro in Commissione XII Affari Sociali. Già ora, in premessa, puntualizzo il fatto che questo disegno di legge (ora al Senato) esplica il diritto alla salute riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione, secondo il quale “Nessun cittadino può essere sottoposto a trattamenti sanitari che contrastino con il rispetto della dignità umana.”
2) Si potrebbe riconoscere nel Disegno di legge approvato una certa analogia con il concetto di “Eutanasia?”
No, assolutamente! In quanto questo disegno di legge prevede solo ed esclusivamente, nella condizione di “Fine vita,” la possibilità di rifiutare terapie sanitarie, ma non la facoltà di rifiutare l’assistenza medica. L'articolo n.2 vieta l'eutanasia ed il suicidio assistito.
3) Il Disegno di legge consiste di soli dieci articoli, qual’ è secondo lei il più importante e qualificante?
Non vi è un articolo più importante, ma i primi otto sono il nucleo fondamentale della legge. L’art. 1 disciplina il consenso informato secondo i diritti fondamentali, l’autonomia e la responsabilità del medico e il diritto di ogni persona di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata, nonché la modalità di espressione del consenso. Gli art.li 3,4,5,6,7,8 si riferiscono al divieto di accanimento terapeutico, il consenso informato, i contenuti, i limiti, la forma e la durata delle DAT. la nomina e la figura del fiduciario ed il ruolo del medico, il consenso da parte dei minori, degli incapaci e degli interdetti. La D.A.T. è l’atto in cui ogni persona, maggiorenne e capace di intendere e di volere, può esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di terapie e trattamenti sanitari, nonché il consenso o il loro rifiuto. Il medico è tenuto al rispetto delle D.A.T. che vengono espresse con atto pubblico o per scrittura privata, possono, inoltre, essere in qualsiasi momento rinnovate, modificate o revocate.
4) In specie, l’articolo cinque, secondo il mio parere, è piuttosto complicato per la sua applicazione pratica. Mi riferisco ai tre punti principali : la DAT esprime orientamenti e informazioni utili per il medico, circa l’attivazione di trattamenti terapeutici purché in conformità a quanto prescritto dalla presente legge; alimentazione e idratazione, devono essere mantenute fino al termine della vita, ed accezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo, esse non possono formare oggetto di Dichiarazione Anticipata di Trattamento. Infine dove dichiara che "l’applicazione delle DAT assume rilievo nel momento in cui è accertato che il soggetto in stato vegetativo non è più in grado di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze e per questo motivo non può assumere decisioni che lo riguardano".
Lei, cosa ne pensa?
In merito alle diverse richieste contenute nella sua complessa domanda rispondo in questo modo:
a) Il dichiarante può esprimere i suoi orientamenti per l’accettazione di terapie, ma non può chiedere l’assistenza o l’applicazione di terapie volte alla morte.
b) L’idratazione e l’alimentazione naturale non possono essere dismesse in quanto rientranti nella categoria dell’assistenza; diversamente, l’alimentazione e l’idratazione artificiale, cioè la loro assunzione attraverso medicamenti farmacologici ed assunti dal paziente grazie ad interventi chirurgici, sono da considerarsi terapie che il paziente attraverso le D.A.T. può rifiutare.
c) Certamente, chi è capace di intendere e di volere nel suo “Fine vita” non ha bisogno di fornire nessun atto e quindi nessuna D.A.T.; diversamente per chi, invece, nel momento del “Fine vita,” è incapace di intendere e di volere, valgono le D.A.T. redatte dal paziente nel momento in cui era capace di intendere e volere.
5) L’articolo sette delinea la figura del “Fiduciario” da parte del “dichiarante”. Qual è la sua idea in proposito?
Il tema del “Fiduciario”, posto all’art. 7 del ddl, è da me considerato positivamente, in quanto affida al dichiarante la nomina di un suo fiduciario, che può essere identificato nell’ambito familiare o delle proprie relazioni personali, all’interno delle quali è possibile trovare una persona a cui affidare le proprie D.A.T.
6) Il Disegno di legge è stato approvato a larga maggioranza con l’apporto del Movimento Cinque Stelle, questo fatto potrebbe preludere a un’alleanza di governo nella prossima legislatura, qualora nessuna delle due forze politiche, PD e M5S raggiungesse la maggioranza?
Già all’inizio di questa legislatura Bersani, allora segretario del PD, aveva tentato un accordo di governo su punti programmatici condivisi con il M5S. Lo ha fatto in diretta streaming e sappiamo tutti come è andata a finire! Tengo a precisare che il M5S ha votato favorevolmente alcuni provvedimenti di questo governo, ma il loro atteggiamento politico sulla maggioranza delle leggi approvate non è stato quello di costruire insieme, ma il loro intento è stato quello di un “NO” a prescindere, o alzare l’asticella delle richieste in modo strumentale per bocciare i provvedimenti, o comunque di condurre un’opposizione finalizzata a esclusivi scopi di facile consenso elettorale.
Se permane questo loro atteggiamento mi sembra improbabile una futura alleanza di governo. Tuttavia, se con un’eventuale legge elettorale proporzionale, nessun partito o coalizione avrà la maggioranza per governare, per il bene del paese, sarà obbligatorio estendere a tutti i partiti che saranno presenti nel prossimo Parlamento, la richiesta di partecipare ad un governo di responsabilità nazionale, quindi, una grande coalizione per il bene della nostra nazione. Da politico ottimista affermo che la speranza è sempre l’ultima a morire, anche per una loro eventuale collaborazione con il PD!
 
Ringrazio gentilmente l’On. Prina per avermi gentilmente concesso questa intervista in cui si cerca di rendere più chiaro l’intendimento della legge sui D.A.T.
BIOGRAFIA DELL’ON. FRANCESCO PRINA
È nato il 20 aprile 1955 a Corbetta (MI), la città dove è stato Sindaco per otto anni e dove vive con la moglie Marisa e i quattro figli. Laureato in Architettura al Politecnico di Milano, dopo un periodo come ricercatore universitario insegna per diversi anni nella scuola media superiore ed apre uno studio associato. Cresce nel mondo del volontariato e dell’associazionismo, vivendo la proposta educativa dello scoutismo nell’AGESCI, prima come scout poi come capo educatore e formatore nei campi scuola nazionali. Socio fondatore della Cooperativa Sociale del Sole di Corbetta per l’inserimento dei ragazzi con difficoltà nel mondo del lavoro, inizia l’esperienza del gruppo di volontari della Casa di Riposo. Nel 1986, al convegno «Farsi prossimo», incontra le ACLI e comincia la propria militanza come delegato alla formazione. Presidente del Circolo di Corbetta prima e della zona del magentino poi e in seguito Vice Presidente provinciale e consigliere nazionale. Come Presidente provinciale ENAIP sviluppa diversi progetti pilota di formazione professionale presso il carcere minorile Beccaria, l’ospedale psichiatrico Pini e nelle periferie urbane di Milano. Nel magentino inizia un progetto di formazione professionale, istituendo un’unità operativa territoriale a Corbetta, con soddisfacenti risultati formativi e occupazionali. Negli ultimi anni da Sindaco da vita alla Scuola di Formazione Politica per Giovani Amministratori, ricopre la carica di Presidente della Consulta degli Enti Locali della Provincia di Milano e costituisce il Consorzio di Comuni dell’Est Ticino nell’ambito di Agenda 21. Viene eletto per due mandati Consigliere Regionale della Lombardia nelle fila del Partito Democratico, nel 2013 partecipa alle parlamentarie PD, viene proclamato Deputato il 25 giugno 2014 in sostituzione di Alessia Mosca eletta al Parlamento Europeo. Oggi è componente della XIII Commissione Agricoltura e della Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.

 

 

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