Verso la desertificazione demografica del Sud

La fotografia scattata dall'Istat vede il nostro Paese diretto inesorabilmente verso un invecchiamento costante e uno spopolamento del Sud. La popolazione residente in Italia sarà pari a 58,6 milioni nel 2045 e a 53,7 milioni nel 2065. La perdita rispetto al 2016 (60,7 milioni) sarebbe di 2,1 milioni di residenti nel 2025 e di 7 milioni nel 2065. Il sud si allontanerà sempre di più dall'Italia, infatti è ripartita l'emigrazione, il tasso di disoccupazione è preoccupante, meno di un giovane su tre ha un lavoro e tre donne su quattro stanno a casa. E' questo il quadro drammatico che emerge dalla dura realtà sulle regioni del Sud; il ritratto di una fetta d'Italia a rischio "spopolamento demografico", i cui abitanti sono sempre più costretti ad emigrare al nord. Il fenomeno, provocherà un'inversione nella composizione della società, con il Centro-Nord che diventa più "giovane" del Mezzogiorno. La scarsa natalità, l'assenza di lavoro che causa bassa attrazione di stranieri e massiccia emigrazione verso il Centro-Nord e l'estero, rischiano insomma di trasformare il Mezzogiorno da qui ai prossimi anni in un'area spopolata, sempre più anziana e dipendente dal resto del Paese.
Moltissime persone, infatti, stanno abbandonato le città del Mezzogiorno, in testa troviamo Napoli seguita da Palermo, Bari, Caserta, Catania Foggia, Nola, Aversa e Taranto. Di riflesso sono cresciute Roma, Milano, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Modena, Bergamo, Torino, Firenze e Verona.
Per rilanciare il Mezzogiorno e il Paese è più che mai urgente la realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto, per colmare i deficit infrastrutturali dello sviluppo logistico, potenziando i nodi di scambio e intermodali, e le iniziative di sviluppo produttivo collegate, per sfruttare le potenzialità del Mezzogiorno nel Mediterraneo come ad esempio al potenziamento dell'autostrada Salerno – Reggio Calabria e della statale "Jonica"; la realizzazione di nuove tratte interne alla Sicilia; l'estensione dell'alta velocità nel tratto ferroviario Salerno- Reggio Calabria-Palermo-Catania; il nuovo asse ferroviario Napoli – Bari e infine, il ponte sullo Stretto.

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