Un racconto romanzato di Pastorano

Si vuole proporre un racconto di un giovane pastoranese, pubblicato anche su importanti testate giornalistiche del nostro territorio, che ha descritto il paese in un modo romanzesco nonostante sia nobile e pessimista nasconde un amore che lo ha portato a narrare il cambiamento del suo paese in questi ultimi tempi. Dal racconto si deduce un albero visionario che con le sue radici fuori dal terreno sia il paesino, cioè il paese di Pastorano e dintorni, ed è un albero che si sta ammalando sempre di più dato che il suo tronco marcisce fino a scolorirsi di un marrone bruciato tipico di qualcosa in putrefazione. E prosegue: “nei suoi rami non ci sono più nidi di uccelli e i frutti che nascono cadono a terra lasciati a marcire lì e solo pochi rami riescono ancora a far nascere frutti buoni. Arriva la nebbia che travolge il tronco e non c’è più una visione chiara in quanto nel paese i vetri delle finestre delle varie abitazioni sono opachi ma forse è arrivata l’oscurità” egli esclama. Quindi egli vuole far capire che “l’albero non si nutre più attraverso le radici, e non si riesce a  comprendere se il nutrimento provenga dal di fuori o dal di dentro. Inoltre, quando a Giano Vetusto, a Camigliano, a Pignataro Maggiore e gli altri paesi limitrofi vi è una bella giornata di sole, a Pastorano piove in quanto si respira aria viziata che unita a una seconda aria che si fa sempre più spazio, ed è un’aria cattiva, di quella cattiveria, di quella malizia che molte persone di Pastorano hanno, e che sanno nascondere anche molto bene dando una visione della mentalità del paese. Negli ultimi anni si sta pure assistendo che il paese si sta anche “svuotando” come dimostrano alcune delle sue importanti vie, che fanno parte della sua storia, le quali presentano molte case vuote e senza vita con affisso alla loro porta d’ingresso le seguenti scritte: “Vendesi oppure Affittasi”. Poi si chiede a se stesso se questa gente e persone di tutte le età considerano ancora la propria dignità dato che in questi ultimi anni la loro complicità per l’albero malato e imbrunito, senza radici, è molto evidente. Infatti egli lo vede ancora meglio questo albero imbrunito che via via si trasforma in una metamorfosi continua, e assomiglia molto ad un salice, ma i suoi rami lunghi, scuri e secchi, mostrano delle mani che sembrano voler toccare il suolo. Continuando ancora nel suo racconto descrive pure che una volta nel tronco vi erano diverse tane e diversi fori in cui si alternavano scoiattoli, passeri, ed uccelletti di varia specie che condividevano molto e si associavano tra di loro. Con uno sguardo rivolto all’orizzonte pensa al racconto e si domanda se questo sia veramente amore? Per cui si può capire che affiora un profondo sentimento per tale paese dove è cresciuto ed è da elogiare un giovane ragazzo che è riuscito a scrivere tutto ciò solo per amore del suo paese perché se non avesse provato amore per questo albero immaginario ossia il paesino di Pastorano, oggi non sarebbe riuscito a scrivere questo cambiamento. La descrizione del paese in questo racconto deve far riflettere sul fatto che ci dovrebbe essere più amore tra le persone e non questa cattiveria che si addensa in un aria “inquinata” dal punto di vista del sentimento d’amore, di affetto e di noia tra i concittadini.

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