Le origini della bici

La bicicletta nasce agli inizi del 1790 con il “celerifero”, una diligenza a cavalli, inventato dal conte de Sivrac ma il principio delle due ruote venne inventato dal barone Karl Drais von Sauerbronn (1785-1851),un uomo che aveva già progettato la macchina da scrivere a tasti detta Schnellschreibklavier (dal tedesco significa “pianoforte per scrivere rapido”). Infatti tale inventore tedesco inseguiva l’idea di poter costruire qualcosa per poter viaggiare in modo veloce senza l’aiuto dei cavalli realizzando due macchine: una a quattro ruote chiamata Fahrmaschine (“macchina per viaggiare”) e l’altra a due ruote chiamata Laufmaschine (“macchina per correre”) con due ruote di legno ad otto raggi ed con un manubrio mobile quindi un antenata della bici. In poche settimane tale antenato della bici si diffuse in tutto il mondo e il 5 aprile ne venne data la dimostrazione nel Jardin du Luxembourg a Parigi. Da qui si annunciano le prime corse dei velocipedi su percorsi di gara di 585 metri ma la stampa è critica nei confronti di queste corse dei velocipedi come si verificò a Milano nel 3 settembre del 1818 dove fu proibito di girare nottetempo sui velocipedi per le contrade e per le piazze interne delle città. Il 22 dicembre il velocipede ottiene il brevetto anche in Inghilterra, dove viene chiamato hobby horse ("cavallo da divertimento") e si avranno interessanti sviluppi nella cura estetica del mezzo. Denis Johnson introduce l'acciaio solo per il telaio tranne le  ruote e l’asse che restano di legno. Il bretone Pierre Michaux sosteneva che ci vorrebbero deux petits repose-pieds ("due piccoli riposa-piedi") proponendo dapprima due poggiapiedi fissati alla forcella, ma poi Ernest, un bravo meccanico, realizza l'idea del padre adattando al mozzo due aste metalliche di una ventina di centimetri e inserendo un foro alle estremità di ciascuna un pezzo di ferro.  Cosi nasce il pedale egli stesso fu il primo a pedalare. Dopo aver inventato il pedale, Pierre inizia a costruire velocipedi in legno di faggio massiccio con due ruote da 90 cm a otto raggi, un grosso mozzo e cerchioni larghi e spessi avendo le prime michaudines con il peso di 40 kg. Nel frattempo l'evoluzione del mezzo meccanico continua con l’introduzione dei tubi del gas per il telaio, raggi sottili di ferro, la gomma piena sulle ruote e il puntapiede. La prima bicicletta è esposta al Conservatoire des arts et métiers di Parigi, un modello di Meyer e Guilmet, con trazione posteriore e catena che secondo alcuni sarebbe risalente al 1868. L'evoluzione è sempre più incessante con la grand-bi, di John Kemp Starley il 28 gennaio 1885 allo Stanley Show presentando The Rover ("Il Vagabondo"), la prima bicicletta di successo, con due ruote uguali e la trasmissione a catena. Compare in Francia il termine bicyclette (da cui l'italiano bicicletta) intorno al 1880. In pochi anni la bici conquista l'Italia e il mondo,figlia di molti padri, e ci sono impronte antiche di antenati della bicicletta. Nel 1966, si scopre che già Leonardo da Vinci aveva inventato la bicicletta come è stato provato da un disegno ritrovato durante i lavori di restauro del Codice Atlantico che mostra una bici di legno munita di due ruote uguali, manubrio, sella, pedali e catena. La bici, dunque, da quando è nata poi ha partorito diversi tipi di bici straordinarie già a partire da fine Ottocento corridori e meccanici di biciclette sviluppano la loro creatività.

 

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