Auditel vs. Sky Smart Panel
Tutti sanno che Auditel detiene il monopolio sulla misurazione degli ascolti televiasivi in Italia. L’azienda fa riferimento a un campione scelto tra la popolazione di età maggiore ai 4 anni con diverse caratteristiche geografiche, demografiche e socioculturali; alle famiglie selezionate viene affidato un apparecchio per ogni televisore, il meter, che, collegato al telecomando, registra per ogni componente della famiglia, i programmi guardati e il tempo trascorso sullo stesso canale. Ad oggi, sono 5666 le famiglie italiane che rappresentano gli ascolti degli italiani, complessivamente 14700 individui. In particolare, il meter misura l’audience media (numero medio dei telespettatori di un programma), lo share (rapporto percentuale tra gli ascoltatori di una certa emittente e il totale degli ascoltatori), la penetrazione (rapporto percentuale tra gli ascoltatori di una certa categoria –ad es. i ragazzi di 15 anni che vedono un dato programma- e l’universo di riferimento –la totalità dei ragazzi di 15 anni), i contatti netti (tutte le persone che vedono almeno un minuto di un certo programma), i minuti visti (numero medio di minuti guardati per ogni programma) e la permanenza (è la fedeltà di visione, calcolata con il rapporto percentuale tra numero di minuti visti in media dagli ascoltatori di un certo programma e la durata dello stesso). Ciò che i dati Auditel non possono misurare è l’attenzione prestata alla visione dei programmi, l’ascolto distratto, l’uso di sottofondo della tv.
Tuttavia, il problema che si pone è un altro: Auditel non è nata per misurare gli ascolti di Sky, che a marzo di quest’anno contava ben 4,5 milioni di famiglie abbonate. Nonostante una rilevazione superficiale dei canali satellitari sia effettuata, l’azienda ha sentito il bisogno di creare un suo ente, nato dal comitato tecnico di Auditel, al fine di ottenere dati più precisi utilizzando tecnologie più consone agli sviluppi delle piattaforme.
Sky Smart Panel, innanzitutto, rileva i consumi di 10000 famiglie, e al contrario di Auditel, tiene conto di Sky Online (streaming), Sky Go (consumi che passano da tv a tablet), Sky On Demand e My Sky (servizi interattivi); riguardo a questi ultimi, sono ora tenuti in considerazione anche i contenuti registrati dagli utenti e rivisti dopo più di sette giorni. Sempre facendo un confronto con l’attuale ente incaricato, quest’ultimo esegue misurazioni ogni minuto, Sky ogni 10 secondi.
Lo Smart Panel, che diventerà effettivo da luglio, si basa sull’idea di una maggiore affidabilità dei dati allo scopo di ottimizzare l’offerta. Ma detta così, sembrerebbe che è nato un istituto con il fine di demolire il precedente, cosa non esatta dal momento che l’intento è di mettere a disposizione di Auditel i dati dello S. S. P. di integrare i due strumenti; quest’ultima ipotesi sembrerebbe molto interessante, ma qualcuno la ritiene già incompatibile con il difetto, forse l’unico, del dispositivo Sky, quello di non riuscire a misurare gli ascolti individuali, ma solo quelli del nucleo familiare.
Insomma, che siamo affezionati al caro vecchio Auditel o siamo aperti alle novità che ci propone Sky, le tecnologie sono in rapida evoluzione e c’è bisogno di comprendere che non esiste più un modo univoco di guardare la tv, così come non può esistere un modo univoco di misurare gli ascolti. E di nuovo, se prima eravamo noi a guardare la tv, oggi è la tv che ci chiede come, dove e quando vogliamo guardarla.