Breve report dall’otto marzo 2013 all’otto marzo 2014

Il rapporto ci giunge da Fernando Cecchini, Roma – Sportello Disagio Lavorativo / Mobbing – 330967012 – mobbing@cisl.it f.cecchini@cisl.it. Fernando Cecchini, dopo aver vinto la sua personale battaglia contro il mobbing vissuto sulla propria pelle, oggi opera attivamente a favore di quanti sono stati vittime del mobbing. Lo sportello Cisl ha al suo attivo anche la produzione di pubblicazioni sul fenomeno mobbing, soprattutto, su come riconoscerlo e difendersi da esso. Vi proponiamo una sintesi del rapporto in occasione dell’8 marzo, un’altra meritatamente lancia spezzata a favore delle donne.
“Tutti gli anni in data 8 marzo, scrive Fernando Cecchini,  varie iniziative si addensano a sostegno del così detto sesso debole: le donne. Ne sono rimasto fuori per coerenza, in quanto ho difeso e tutelo: Federica, Johanna, Gianna, Elena, Gemma, Anna, Rossella, Luisa, Stefania, Juliana, Valentina, Caterina, Laura, Francesca, Marisa, Fiorella, Giulia Irene, Alessandra, Carla, Bruna, Sara, Cristina, Rita, Maria Cristina, Sandra, Mariangela, Federica, Patrizia, Paola, Gina, Tiziana, Alina, Antonella, Nicol, Maria Claudia, Donatella, Susanna, Floriana; e molte altre tutti i giorni dell’ anno.
Con questo breve rapporto desidero sensibilizzare sui problemi lavorativi denunciati da un pubblico femminile che ha cercato aiuto nello sportello mobbing.
Il Mobbing. Anche se da anni se ne parla, mobbing rimane un termine fumoso e poco conosciuto nella sua realtà, con esso si nascondono una serie di atteggiamenti e di metodologie di relazione in ambiente di lavoro assolutamente sfumate; dove l’illecito ed il lecito sconfinano spesso accavallandosi l’un l’altro. Tramite il mio impegno sono testimone privilegiato della sofferenza, delle lacrime, del terrore di perdere l’impiego in questo momento di crisi, il non voler cedere alla prepotenza della molestia sessuale, il veder calpestata e derisa la propria dignità, il vedere la propria professionalità calpestata, il sentirsi inutili e rese vittime tramite umilianti situazioni.
Chi sono queste figure femminili? Quante rispetto alla popolazione maschile? Che età hanno? Quale preparazione culturale? Di quale aiuto hanno bisogno?  Tra i lavoratori che si sono rivolti al nostro sportello il 35,5 % è di uomini e il 64,5 % di donne, tra queste il 5,2% proviene da altri Paesi. Va tenuto comunque presente che la percentuale femminile nel mondo del lavoro ammonta a circa 30/35 % in una condizione di parità arriveremmo a percentuali reali dell’ 80% di lavoratrici che chiedono un aiuto. Da ciò si evince che le donne sono costrette a sopportare pesanti situazioni in quanto discriminate anche nella ricerca di una occupazione alternativa, questo in ragione di maggiori impegni familiari o di una possibile maternità presente o futura, causa spesso di mobbing, demansionamento, trasferimento, licenziamento, in un mercato del lavoro che vive la maternità come un problema e non come una risorsa. Il numero elevato trova ancora spiegazione nei motivi che danno origine ad azioni di molestia, tra cui quelle di natura sessuale e/o a discriminazioni tendenti a posizioni di inferiorità.
LA FASCIA D’ ETA’ Le più colpite sono le lavoratrici della fascia 40 – 50 troppo giovani per andare in pensione e troppo vecchie per rimanere in azienda. Si noti comunque che colpendo tali
lavoratrici viene colpita la fascia di età maggiormente produttiva, certamente ricca di competenza e maturità professionale. L’età nella quale si tende più facilmente a lasciare l’azienda per fuggire da una situazione di sofferenza è quella dai 20 – 30, fascia nella quale si ha ancora una speranza di potersi ricollocare nel mercato del lavoro.
Le molestie verso le donne aumentano con l’ aumentare dell’ età. LA TIPOLOGIA DEL CONTRATTO. E’ evidente che le lavoratrici più colpite hanno un contratto a tempo indeterminato, per cui diventano delle indesiderate grazie a tipologie di contratti più favorevoli all’imprenditore, il quale può disporre su una manodopera a buon prezzo pronta a tutto pur di avere un minimo di salario. Abbiamo avuto casi di “contratti a chiamata” applicati in maniera assurda e antisindacale arrivando ad episodi del tipo “oggi non ci sono clienti vattene a casa”. Nel caso dei contratti a tempo determinato la protesta nasce dal ripetersi dei medesimi in maniera abnorme, somministrati da aziende che cambiano solo la ragione sociale o tramite aziende parallele della stessa proprietà; spesso il disagio nasce anche dalla forma ricattatoria nelle condizioni di rinnovo del contratto.
IL TITOLO DI STUDIO Le lavoratrici più colpite sono le laureate e le diplomate, assieme dimostrano che la preparazione accademica non interessa al mercato del lavoro del nostro Paese. Colpendo paradossalmente le persone più qualificate si dimostra ancora che nei livelli apicali non c’è posto per la donna. Ciò dipende dalla mentalità con cui sono gestite le aziende dove spesso prevale il disprezzo dell’altro per le sue caratteristiche intellettuali, l’invidia per le sue capacità, l’arrivismo, il non voler fare squadra; aziende in cui sempre più spesso è in vigore il “tutti contro tutti” incentivato da un management che crede nel “divide et impera”, naturalmente il rivolgere questo modo di fare contro la donna è particolarmente semplice.  
LA QUALIFICA Le impiegate sono la categoria più vessata, a questa seguono le operaie. Va tenuto presente che le donne Quadro sono percentualmente una notevole minoranza, per cui si evidenzia quale categoria particolarmente esposta. Tra le ragioni emerge che mediamente il Quadro ha superato i 40 anni, ha una buona retribuzione è troppo giovane per accedere alla pensione; ma secondo il management aziendale è troppo vecchio per rimanere in azienda ed essendo normalmente precluse alla donna carriere manageriali inizieranno vessazioni finalizzate alle sue dimissioni spontanee!
L’ATTIVITA’ DELL’IMPRESA Il commercio ed i servizi hanno il primato in quanto tipicamente impiegano una percentuale di manodopera femminile molto elevata. Circa la pubblica amministrazione va considerato che altre voci, quali la sanità e la scuola almeno in parte, vanno aggiunte al valore esposto raggiungendo così percentuali notevoli. Particolare attenzione va verso il comparto scolastico dove è giusto evidenziare il contesto dove nascono le situazioni di disagio, in questo caso abbiamo più parti interessate: la manageriale, i docenti, gli ausiliari, gli allievi ed i genitori; da questo nascono spesso situazioni esplosive e di difficilissima soluzione.
LO SPORTELLO MOBBING E DISAGIO LAVORATIVO
Il problema del mobbing non è semplice, per questo è indispensabile l’attività di sostegno che lo sportello offre come un servizio gratuito per rispondere alle problematiche lavorative della cittadinanza. Lo sportello si pone l'obiettivo di fornire consulenza e/o supporto in situazioni di difficoltà in linea con il D.lgs. 81/08. I lavoratori possono condividere i propri vissuti e rileggerli secondo le modalità più adeguate grazie all’aiuto di un professionista esperto in problematiche del lavoro; ciò permette di trovare soluzioni che da soli non si è in grado di scorgere. Spesso è importante poter chiedere una risposta ad una figura di esperienza capace di ascoltare, comprendere, incoraggiare e sostenere; figura a volte difficile da trovare nella società odierna. Questo contatto, favorendo una riflessione attiva sulle problematiche e le difficoltà personali, permette di trovare le risorse più adeguate per far fronte ad una determinata situazione. L’insoddisfazione del lavoratore per la situazione vissuta si manifesta generalmente attraverso particolari stati d'animo, somatizzazioni e reazioni comportamentali causa di serie patologie. Il colloquio viene svolto, normalmente previo appuntamento, in forma individuale; l’operatore può essere contattati in vari modi: e-mail, telefonicamente o visitandolo presso la sede CISL. In funzione dell’etica che lo contraddistingue l’operatore garantisce l'assoluta riservatezza, sia per quanto riguarda le modalità che i contenuti delle conversazioni, in rispetto alla legge sulla privacy. Nell’incontro la lavoratrice espone i suoi problemi, da questi è importante comprendere se esiste un atteggiamento persecutorio finalizzato o viceversa si tratta di cattiva organizzazione del lavoro; in
funzione di questo viene suggerito il comportamento da tenere per migliorare il rapporto con l’azienda. Se necessario, in accordo con la lavoratrice, l’operatore contatterà le strutture sindacali di categoria cercando, con il loro intervento, di risolvere le controversie tramite una mediazione con i responsabili dell’azienda. Nel caso di situazioni particolari, qualora le opere di mediazione non abbiano avuto esito o non siano possibili, l’operatore seguirà costantemente lo sviluppo della vicenda suggerendo soluzioni per giungere al miglior compromesso. Per far questo, grazie alla decennale esperienza, l’operatore può far da tramite nell’ interessare giuslavoristi, medici del lavoro, medici competenti, medici legali, SPRESAL, Ispettorato del Lavoro, Centri del Disagio Lavorativo, Sistema Sanitario Nazionale/ASL, naturalmente le strutture CISL sul territorio e quant’altro al fine di porre l’ azienda dinanzi alle proprie responsabilità. Gli ottimi risultati, conclude Cecchioni, conseguiti sino ad ora incoraggiano a portare avanti questo progetto che si è rivelato essere una valida opportunità per instaurare un clima di sempre maggior benessere nell’ ambiente lavorativo. Lo Sportello, con obiettivi di prevenzione, è quindi un servizio di promozione della salute intesa nel senso più ampio che ne dà l'Organizzazione Mondiale della Sanità: “benessere fisico, psichico, socio-relazionale in ambiente di lavoro”.
8 marzo 2014  Fernando Cecchini Sportello Disagio Lavorativo / Mobbing 330967012
mobbing@cisl.it f.cecchini@cisl.it

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