Una donna (Sibilla Aleramo)
Sibilla Aleramo (pseudonimo di Rina Faccio) è stata una scrittrice italiana, autrice di romanzi, saggi, diari e poesie, nata ad Alessandria nel 1876 e morta a Roma nel 1960. Appartiene alla triade di autori del “racconto della coscienza”, insieme a Luigi Pirandello ed Italo Svevo.
La sua opera principale è “Una donna”, scritta tra il 1901 ed il 1904 e pubblicata nel 1907 da STEN a Torino. Nel romanzo utilizza per la prima volta il nome di Sibilla Aleramo, che segna l’abbandono dei cognomi del marito e del padre e l’adozione di un nuovo nome nella letteratura e nella vita.
L’opera, articolata in ventidue capitoli, è un’autobiografia, divisibile in tre parti:
-capitoli 1-9: la fanciullezza caratterizzata dal bel rapporto con il padre che nutre una preferenza verso lei e che le trasmette forza ed indipendenza, il rapporto sbiadito con la madre, della quale critica il carattere debole e sottomesso. All’età di otto anni si trasferisce con la famiglia da Milano a Portocivitanova (ora Civitanova Marche) ed inizia a lavorare nella fabbrica paterna suscitando stupore in paese a causa del suo carattere anticonvenzionale. La scoperta della relazione extra-coniugale del padre le causa la rottura del rapporto affettivo con lui e le tensioni tra i genitori sfociano nel tentativo di suicidio della madre. Quest’ultima resterà segnata da una demenza progressiva che la porterà al ricovero in manicomio. Nel frattempo la giovane Rina inizia una relazione con un impiegato della fabbrica ed a causa della violenza sessuale che subisce, entra duramente nel mondo degli adulti. Costretta al matrimonio, si trova a dover far i conti con la meschinità del marito e neanche la nascita del figlio migliorerà i rapporti. Così, in un momento di sconforto tenta il suicidio;
-capitoli 10-19: il trasferimento a Roma con il marito ed il figlio e l’inizio di una collaborazione con una rivista femminile le permettono di esprimere la propria identità e la propria indipendenza. Trova conforto nelle conversazioni con un uomo che ha intrapreso un cammino spirituale, ma il marito la maltratta e quando medita di andarsene, la minaccia dicendole che non le farà più vedere il figlio. Dopo aver scoperto che il marito è innamorato di una sua collega, decide di lasciarlo per non rimanere soggetta a lui e per riacquistare la dignità;
-capitoli 20-22: dopo un doloroso percorso interiore, decide di abbandonare la casa ed il figlio, a cui dedica il libro nella speranza che possa comprendere la sua dolorosa decisione.
Il libro riproduce la vita dell’autrice ma più che un’autobiografia può essere ritenuto un vero romanzo. E’ uno dei primi libri femministi apparsi a noi tanto che Sibilla Aleramo è considerata, oggi, un simbolo del femminismo!