Dopo l’articolo firmato da un “pennivendolo” di Caiazzo, approdato sul Venerdì di Repubblica, è la volta di Caiazzo, finito sullo stesso giornale. “Per una volta primi: L’Italia ha il record delle città slow”, il titolo del servizio realizzato dal supplemento de La Repubblica, in edicola il venerdì. Centosessantotto comuni(città slow) con meno di 50mila abitanti distribuiti in 24 Paese. Sessantanove in Italia. Caiazzo tra i sessantanove comuni che aderiscono al movimento Città slow. Per entrare nella rete Slow, bisogna dimostrare di avere le carte in regola in vari campi( politiche di sostenibilità ambientale, gestione del territorio e del paesaggio, infrastrutture e trasporti ecocompatibili, vivibilità). Caiazzo ha pieni titoli per far parte delle città slow: Il caso Palumbo, l’anziano che viveva tra i topi, l’ecomostro;il parcheggio multipiani(ha riso il mondo per il doppio erroraccio, un vero attentato alla lingua italiana); L’acquedotto da terzo mondo; il caso dei loculi striminziti(manco morire si poteva in quel periodo). Caiazzo, il paese delle riesumazioni! Un professore caiatino mai dimenticato, aveva definito così la cittadina casertana. “Dum ea Romani parant consultantque, iam Sagunrum vi oppugnabatur”. Caiazzo sta seguendo la strada dei nobili decaduti, che credono di poter sopravvivere di gloriose memorie. Sono “secoli” che ci balocchiamo coi poveri morti di Montecarmignano(manca solo un’intervista esclusiva con l’adilà, da cedere alla CNN!); Da secoli ricordiamo, Iovinelli: Fino alla fine del terzo millennio, parleremo di lui. Abbiamo riesumato Rosa Ponselle, grande soprano, vanto immarcescibile di questa sonnolenta “cittadina”. Abbiamo ospitato, sbandieratori e ballerine, barzellettieri e presentatori, famosi in tutto il mondo, Siamo assetati di spettacoli gladiatori. Rimane da riesumare solo la guerra a pietrate, tra Portanza e Portavetere. Abbiamo un teatro-che sta acquistando fama, per letture di carmi lirici immortali. Caiazzo, avrebbe bisogno di liberarsi dai trafficanti della politica, illusionisti, trasformisti- che saltano da un ramo all’altro per “trafficare”. A Caiazzo ci sono troppe ville invisibili, ad occhio nudo; troppi muri di cemento a prova di missile, troppi cancelli, e troppe cancellate. Caiazzo avrebbe bisogno di aprire gli occhi, e liberarsi di alcuni vecchi masnadieri della pseudo-politica, nostrani e stranieri. Caiazzo ha bisogno di espungere dal suo contesto civile, personaggi equivoci- che da troppi anni tramano alle spalle di questo paese(ndr. con l’elettroencefalogramma piatto). Persone sovraccariche di arroganza, tracotanza, affette dalla sindrome di Giuda, che meriterebbe migliore fortuna: Noi, non abbiamo da guadagnarci alcunché, dal loro machiavellismo pecoreccio. Fortunatamente, ogni tanto, irrompe la fanfara dei bersaglieri, che “ci sveglia” dal torpore!” Le parole del compianto professore. Altro che città Slow. A Caiazzo si fa spettacolo, facendo rivoltare nella tomba: Giuseppe Jovinelli, Rosa Ponselle e i poveri martiri di Montecarmignano. Non sarebbe il caso di lasciarli in pace?
Caiazzo Città Slow su il Venerdì di Repubblica
Posted By Maria Bartolo On In Notizie | Comments DisabledCondividi questo articolo qui: