Cornuti e contenti!

Ruviano – Ruviano, il paese dei cornuti. Una leggenda, divenuta “realtà”, alla fine degli anni settanta, quando alcuni giovani pieni di entusiasmo ed ardenti d’amore per la terra natia, vollero dare seguito alla leggenda, tramandata da secoli di generazione, in generazione. Per diventare cornuti doc! Una presa di coscienza sulla necessità di difendere il “marchio”- in via d’estinzione. Per non dimenticare il curioso e bizzarro rito, verosimilmente già presente in era pagana, nel minuscolo paesino della provincia di Caserta: interrotto negli anni anche per lunghi periodi, e di tanto in tanto ripreso – che ormai da oltre un quarto di secolo (XXVIIII edizione) – si celebra puntualmente ogni anno. Tutto iniziò come uno scherzo. Il cupo mese di novembre. Si riunirono, si dettero da fare, spesero la loro baldanza giovanile, ma anche i pochi spiccioli che avevano da parte, affrontarono diffidenze ed incredulità, freddezze ed assenteismi, decisi a celebrare la Festa dei Cornuti – collocata l’undici novembre, in onore di S.Martino, noto protettore dei portatori d’aculei. Andò tutto per il meglio. Sfilando coraggiosamente in processione per le strade del paese, con mastodontiche corna sulla testa, in una sorta di “autoflagellazione collettiva”.
Furono premiati da applausi e da lodi esterne- ma anche dalla soddisfazione interna che la coscienza del bene regala agli uomini di buona volontà. E fu sull’eco del successo della festa, che l’anno dopo i cornuti organizzati, diventati per l’occasione una ventina, tornarono all’assalto. Decisi a dare soluzione di continuità alla tradizionale festa. La fine dell’estate di quell’anno fu il preludio alla nascita di un’associazione. L’ACR: Associazione Cornuti Ruvianesi. Sodalizio presieduto da Franco Nicolella- che conta centinaia di soci anche oltre oceano.
“E’ un momento di allegoria, ironia, spensieratezza e puro divertimento- racconta-il presidente Nicolella. La nostra associazione- dice sorridendo- è nata con lo scopo di far valere i propri diritti, per alleviare le sofferenze delle persone colpite dalla sindrome dei bernoccoli, per aiutarle in modo corretto sul piano neuro-riabilitativo, tramite un sereno confronto con le altre vittime”.
Associazione cresciuta negli anni, per l’arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila chi per cominciare il noviziato, chi per ricevere il “battesimo” e la conseguente patente di becco.
GRANDE IRONIA
Cornuto è bello. I duemila abitanti del paesino casertano sono orgogliosi di esserlo- e l’undici novembre di ogni anno si ritrovano, provenienti dall’intera penisola (qualcuno anche dall’America) – per festeggiare il loro patrono, sfilando in processione, con gioia e “speranza”- con tanto di stendardo, santo, monaco, chierichetto e presidente – tutti in costume tipico, accompagnati dalla banda per cantare il caratteristico inno dei cornuti: processione che si conclude l’incendio del fantoccio di pezza, naturalmente munito di grossi aculei. Uniti dalle armi portate sulla testa, “mimetizzati” per gioco- con buona dose d’ironia. “Terapia” per allontanare lo spettro di “pesi” veri sulla fronte- per dribblare ed esorcizzare l’incombente pericolo: l’anamnesi di qualche “antropologo”del luogo. In passerella becchi di tutti i tipi- con corna lunghissime, personalizzate, tecnologiche.
LA PROCESSIONE
Goliardia, ironia, folklore- per valorizzare il “prodotto tipico ruvianese. Le corna
Processione, inno, battesimo nuovi adepti, discorso del Presidente dell’Associazione, elencherà le dieci buone regole del cornuto doc.
Entusiasta il sindaco Roberto Cusano che ostenta come sempre corna municipali intrecciate dal tricolore. Oltre al primo cittadino spiccheranno anche quest'anno le presenze del farmaci sta e del medico del paese(noto cardiologo)- che con grande spirito partecipano da decenni (con il peso in testa) alla rituale sfilata. Dopo il rituale falò, in piazza Grande, la serata proseguirà nel rispetto di una storica tradizione ruvianese, con l’omaggio a tutti i visitatori di ottima pasta e fagioli “alla raianese” ed eccellente vino locale. Dopo di che, salutati gli ospiti dando appuntamento a tutti per il prossimo anno, i “Cornuti”, sindaco in testa, si trasferiranno presso un noto ristorante per la tradizionale cena sociale, abbondante come l’ottimo vino tracannato senza risparmio. Per non dimenticare. Suggestivo il momento in cui più di un novizio, farà richiesta di ammissione tra i veterani dopo ben nove anni di noviziato, giusto regolamento, ammettendo di essere stati sempre orgogliosi delle corna e adducendo varie testimonianze – chiederanno di iscriversi all’associazione- ambito noviziato della durata di nove anni prima di essere ammessa a sua volta al sodalizio. Un evento che contagia, infatti, la passione per le corna, che richiama a Ruviano tantissimi spettatori anche da fuori Regione, attenti a seguire le varie fasi della manifestazione, iniziata con la processione e conclusa con l’incendio del fantoccio e il contemporaneo sparo di fuochi pirotecnici. Per finire, tutti cornuti e contenti al ristorante, per una cena esclusiva.
L’ingresso riservato solo a persone con carico pendente sulla testa, previa esibizione certificato- cornuto-doc, “attestato precedentemente dalle divertite consorti”.
Rimaste a casa a “produrre” il prodotto tipico locale! Ruviano, patria dei cornuti.
A quando la festa nazionale?
Festa terapizzante per milioni d’italiani spesso alle prese con il fastidiosissimo peso sulla testa: un buon metodo per alleviare il doloroso carico pendente!

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