Previdenza e stato sociale

Tutto il sistema della previdenza, sicurezza sociale ed assistenza pubblica (il cosiddetto "Welfare") è in via di cambiamento in Italia e in Europa. Lo impone il profondo cambiamento della fisionomia della nostra società, l'estensione internazionale dei rapporti sociali ed economici, la sempre più presente dimensione comunitaria con i suoi vincoli di bilancio. Le politiche socio-assistenziali sono, dunque, oggi più che mai chiamate ad assicurare prestazioni e servizi a tutti i cittadini secondo un principio universalista ed attraverso un sistema integrato di servizi sociali. Superata la logica dell'intervento residuale o riparatorio, il "welfare di comunità" – cui concorrono organismi istituzionali ma anche sindacato, volontariato e terzo settore, famiglie e gruppi informali – mira a prevenire, eliminare e ridurre tutte le condizioni di svantaggio soggettive, economiche e sociali attraverso la creazioni di reti solidaristiche in cui ogni membro abbia con trasparenza un ruolo ed una responsabilità.
In questa ottica, centrale è l'attenzione della Cisl al tema della lotta alla povertà e della promozione dell'inclusione sociale, a partire dalla tutela di bambini, anziani e non autosufficienti, sino alla promozione del benessere di persone in situazione di disagio come i tossicodipendenti e gli ex detenuti.
Lo stesso sistema pensionistico ha subito, nel corso dell'ultimo quindicennio, profonde modificazioni, attraverso quattro leggi di riforma: la legge Amato del 1992, la riforma Dini del 1995, la riforma Prodi del 1997, e la riforma operata dal Governo Berlusconi del 2004.
Il Protocollo sul welfare, sottoscritto da Governo e Parti sociali il 23 luglio 2007 tiene conto della positiva evoluzione del quadro demografico, dei cambiamenti intervenuti nell'organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi e dei mutamenti della composizione sociale.
Non viene soltanto superato l'iniquo "scalone" introdotto dalla legge Maroni ma altri risultati sono di straordinaria importanza al punto da costituire un vero e proprio "pacchetto di riforme": l'aumento delle pensioni più basse, legate ai contributi versati; la totalizzazione dei periodi contributivi maturati nelle diverse gestioni pensionistiche, l'agevolazione del riscatto della laurea, l'aumento dell'indennità di disoccupazione e la copertura previdenziale figurativa rapportata all'intera retribuzione, gli sgravi contributivi e fiscali al secondo livello di contrattazione. Un lungo elenco di questioni che consente di trovare un equilibrio accettabile fra sostenibilità finanziaria e sostenibilità sociale, come dimostra la soluzione adottata per realizzare il necessario allungamento dell'età di pensionamento con l'indispensabile gradualità e flessibilità di accesso al sistema pensionistico, richiesta dalle condizioni di lavoro, specie quelle più usuranti

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