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Antonella Ricciardi intervista Dagoberto Bellucci. Ultima parte

4) I musulmani sciiti negli anni addietro sono stati spesso considerati all'avanguardia delle correnti antiimperialiste in politica estera: basti pensare ai pasdaran della rivoluzione khomeinista, agli stessi Hezbollah libanesi, ecc… Oggi però alcuni gruppi sciiti, in Iraq, sono stati usati dagli occupanti americani, sfruttando annose divisioni coi sunniti, per rendere meno difficile la loro presenza in terra mesopotamica. Quanto realmente è forte anche tra gli irakeni sciiti l'opposizione alla presenza militare U.S.A., a tuo avviso? La Resistenza irakena, che ha uno dei suo bastioni fondamentali tra i militanti del partito Ba'ath, soprattutto sunniti, è stata sostenuta anche dagli sciiti libanesi di Hezbollah, tra l'altro:  puoi indicare quanto conti ciò tra gli sciiti locali?
 
La questione relativa al ruolo degli sciiti iracheni nell'attuale situazione irachena e' molto piu' complessa di quanto non si pensi. Se difatti è vero che esiste un esecutivo a Baghdad composto da elementi scelti dall'amministrazione occupante americana tra la comunità sciita è altrettanto vero che cooperanti sono molti rappresentanti della borghesia sunnita e curda. La situazione geopolitica, strategica e militare dell'Iraq è da quasi quattro anni quella di un enorme pantano nel quale son finiti in primis gli americani. E caotica è pure la definizione di "Resistenza" visto che contro le truppe mercenarie del Mondialismo a stelle e strisce – ovvero la visione bellicistica dei circoli neocons che stanno al di sopra e a lato dell'Amministrazione Bush e perseguono la loro strategia di "clash of civilization" in tutto il Vicino Oriente – si sono schierati partiti, movimenti ed organizzazioni eterogenee che vanno da ex appartenenti al passato regime baathista ai nazionalisti passando per sinistra più o meno comunista, sunniti, jihaidisti stile "Al Qaeda", per intenderci, e sciiti. Che poi la Repubblica Islamica dell'Iran in Iraq stia perseguendo i propri obiettivi di politica estera è tutt'altra questione rispetto alla solidarietà alla Resistenza. Vedete esiste un "fronte" abbastanza vasto anche in Europa che crede che Iran e Stati Uniti si stiano "spartendo" i dividendi dell'Iraq post-Saddam. Premesso che la Repubblica Islamica dell'Iran è uno Stato sovrano e, come tale, muove le proprie pedine sullo scacchiere geopolitico vicinorientale come meglio crede noi affermiamo che la pretesa cooperazione irano-statunitense è una menzogna che viene deliberatamente proposta da un determinato ambiente – d'estrema destra come d'estrema sinistra – per evitare "pericolose" "derive" filo-iraniane… Visto che a qualsiasi idiozia sembra essere affezionata quest'area è un bene che non si occupino dell'Iran perchè, volgarmente parlando,non sono cazzi loro. L'Iran è da quasi trent'anni un baluardo del fronte anti-mondialista internazionale o, per esser piu' chiari, l'unico Stato sovrano che può permettersi di organizzare una conferenza storica sul Revisionismo.
E persegue legittimamente i suoi programmi di ricerca nucleare e arricchimento dell'uranio a scopi di sviluppo energetico. Ora a "lorsignori" del "dubbio" e delle battaglie anti-immigratorie noi diciamo che anche qualora Teheran aspirasse a dotarsi di armi nucleari questi sarebbero sempre affari che loro riguarderebbero ben poco così come sarebbe una legittima aspirazione considerando che, nel Vicino Oriente, c'è uno stato-pirata, cioè l'entità' criminale sionista, che ha un intero arsenale nucleare da decenni puntato contro le principali capitali dell'Europa e del mondo arabo-islamico.
Hizb'Allah è da venticinque anni che rappresenta un movimento rivoluzionario anti-sionista puntato come una freccia al cuore del Sionismo e dell'Imperialismo internazionali: non ha certo bisogno di dimostrare niente a chicchessia. E l'Iran, se permettete, non deve certo misurarsi con le demenziali e astruse "teorie" che qualche rappresentante nostrano della cosiddetta Destra Radicale vorrebbe pure "discutere". Non c'è assolutamente niente da discutere: la strategia dell'America è assolutamente chiara, è il classico "divide et impera" imperialista che determina conflitti e scontri civili, divisioni etniche e faziosismi confessionali. In Iraq come in Palestina, Libano e Siria. E così gli sciiti cooperano con l'America in Iraq contro i sunniti così come la stessa strategia vorrebbe che i sunniti pro-americani libanesi legati ad Hariri e alla Corrente Futura, sostenuti da drusi di Jumblatt e maroniti di Geagea, scatenassero un conflitto civile contro gli sciiti in particolare Hizb'Allah e 'Amal. Niente di nuovo dunque nella strategia Usa: chi coopera con il Grande Satana è un sodale del Nuovo Ordine Mondiale. E voi pensate davvero che l'Iran – primo obiettivo delle mire egemoniche americane nella regione – non sia pronto a controbattere ad ogni iniziativa "yankee"? Chi continua a raccontarvi la favola della cooperazione irano-americana evidentemente o non capisce l'abc della politica internazionale o più probabilmente è solo in malafede. Noi, chissà' perchè, propendiamo per la seconda ipotesi. In ultima analisi i movimenti islamici sono il vero obiettivo delle strategie mondialiste di asservire l'umanità e creare l'One World, il mondo unipolare e unidimensionale, sotto la spada di Damocle giudaica della Finanza mondiale: da Hamas alla Jihad palestinesi a Hizb'Allah e al fronte nazionalpatriottico libanesi passando per la Resistenza irachena e le nazioni sovrane d'Iran e Siria. Il resto sono solo "chiacchiere" da serva. Appunto da "serva" del Mondialismo qual è' la cosiddetta Destra Radicale italiana. E' quasi incomprensibile come che quest'ambiente abbia partorito così tanta ignoranza politica se non alla luce delle analisi storico-politiche e ideologiche sviluppate da Vinciguerra e Lattanzio nel decennio scorso. L'Iran? Hizb'Allah? la Resistenza in Iraq e Palestina? Mah…che volete che vi diciamo: non c'entrano con quest'ambiente… per loro fortuna.

Antonella Ricciardi, 24 febbraio 2007

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