Bellona, Storie e curiosità

Bellona, dea della guerra nella mitologia romana, moglie e sorella di Marte, era immaginata con una lancia, una frusta o una torcia, elmo o schermo.
Anche se questa dea non ha svolto un ruolo significativo nel mito o nella leggenda, era abbastanza importante nella religione romana da essere onorata con il suo stesso tempiale. Questo tempiale è stato situato nella città universitaria Martius, in circo Flaminio (che era, naturalmente, nelle prossimità del vicino altare di Marte).
C.A.P.: 81041
Codice ISTAT: 007
Tel. 965180 – 965722 Fax: 965534
Altezza s.l.m. mt.: 74
Superficie kmq.: 11,68
Distanza dal Capoluogo km.: 22
Comunicazione col Capoluogo: CPTC e Ferrovia Alifana
Popolazione al 31.12.1997: 5.030
Maschi: 2.502 Femmine: 2.528
Densità (abitanti/kmq.): 431
Attività produttive: 104
Agenzie d'Assicurazione: 6
Agenzie Viaggi: 1
Alberghi: 3 nella Frazione di Triflisco
Banche: 1
Distributori carburanti: 4
Farmacie: 1
Odontotecnici: 5
Piscine: 2
Ristoranti – Pizzerie: 40

Prodotti tipici locali:
Olive ed olio extra vergine di oliva, pomodori, verdure in genere, nonché acqua minerale naturale nella Frazione di Triflisco

Cenni storici (dal volume: Bellona, un paese tra storia e fede di Antonio Salerno ed Enrico D’Agostino)
Posto ai margini Nord-Occidentali della Pianura del Volturno, lungo le prime propaggini collinari del Monte Maggiore, Bellona si è sviluppato su di un leggero pendio con ampie formazioni tufacee pleistoceniche (da 2 milioni a 10.000 anni fa).
Il paese è chiuso: a Nord dal Colle Santa Croce (m. 170 s.l.m.), a Nord-Est dal Monte Castellone (m. 328 s.l.m.) e ad Est dal Monte Grande (m. 372 s.l.m.) e dal Monte Rageto (m. 291 s.l.m.) che lambisce con le sue estremità meridionali il Fiume Volturno nella stretta gola di Triflisco.
Il territorio del Comune di Bellona, intensamente sfruttato a fini agricoli già dall’epoca romana, ha conservato nella denominazione di varie contrade il ricordo di queste stratificazioni storiche: Aspaduro e Merculone, indicati come Aspaturu e Mercururu nei diplomi dei principi longobardi dell'XI secolo, Casale, Cesa (dal latino caedere, tagliare, riferito a terre che sono state occupate e dissodate), sono tutti nomi che rimandano al periodo romano. Più antico è Rageto (o Raito), diffuso nelle forme Raia e Raione in tutta l'Italia Meridionale peninsulare, che rinvia al sostrato mediterraneo pre latino, col senso di luogo dalla ricca vegetazione. Alla dominazione longobarda ci riportano invece altri nomi come la Starza, Massariella e Palombara.
Le denominazioni più recenti derivano in genere da particolarità naturali o topografiche del territorio (Monticello, Colla, Cemmentara, Belvedere, Fiume morto), da nomi di alberi o di colture (l'Oliveto, la Vigna, Cercolone, Carpaniello, Pigna, Verzano, Filetto), da cappelle, enti religiosi o confraternite (Madonna degli Angeli, S. Giacomo, S. Lorenzo, S. Pietro, S. Marco, Monaci, Santella), e soprattutto dal nome di proprietari, vecchi e nuovi (Zè Chiarella, Contessa, Marra, Di Nardo, Fierro, Catone, Rossi, Cimmino, ecc.).
Nell'ambito del territorio comunale un'attenzione particolare meritano Ferranzano e Triflisco. Denominato Acquaru o Acquitine nei diplomi dell'XI Secolo, in evidente connessione con il primitivo carattere paludoso dell'area prossima alle sponde del Volturno, Ferranzano ha rappresentato nei secoli successivi una ricca fonte di produzione cerealicola per la città di Capua. Inoltre è stato sempre un punto di massima importanza strategica per qualsiasi esercito che voleva porre d'assedio la città. Attualmente l'area, nella quale sono sorte già da qualche decennio due fabbriche, è stata destinata allo sviluppo di altre attività industriali. La zona più antica è quella della Località Palombara nelle vicinanze del Ponte Annibale. Su questa Località sorgeva la vecchia Sicopoli che fu distrutta nell'anno 856 d.C..
La sua è una posizione strategica, per la vicinanza che ha con il Capoluogo di Provincia. Bellona da sempre ha basato la sua economia sull'agricoltura e sull'allevamento del bestiame. Finora l'unico polo di attrazione per i turisti era stata la Frazione di Triflisco, che con le sue terme, durante la stagione estiva è sempre affollata di persone che sono alla ricerca di un po' di frescura, scappando così dagli appartamenti di città, che diventano delle vere e proprie gabbie di calura.
Da un po' di anni a questa parte, Bellona ha subito una svolta determinante che ha notevolmente mutato l'intera economia della Città: sono sorte, negli ultimi anni, oltre 40 locali gastronomici, in maggior parte pizzerie.per cui la Città di Bellona è diventata famosa non solo in tutto il Comprensorio della Provincia di Caserta, ma anche nell'intera Regione Campania, per la pizza in versione "all'americana".

C U R I O S I T A':
Attrezzi ed espressioni che si usavano con termini dialettali.

L'asciugapanni – attrezzo a forma di cupola composto da fasce intrecciate di legno sottilissimo che si poggiava sul braciere per asciugare i panni
‘u brustulaturo – apparecchio che serviva per tostare l’orzo. Era di forma cilindrica munito di una porticina e poggiava, come un girarrosto, su di un’apposita base; era munito di manico e lo si girava continuamente sul fuoco sottostante. Quando l’orzo aveva raggiunto un buon colore scuro, era pronto per la macina.
'a caiola – piccola gabbia per custodire momentaneamente un pollo o usata per l’uccello
'u canistro – cesto di vimini
‘u cannulo – la canapa
'u carruzzino – principale mezzo di locomozione con il cavallo; vettura o carrozza con mantice e parafango, a due ruote
'u cauraro – paiolo di rame
'a cenisia
– residuo di brace sotto la cenere
‘u concia mbrelle – colui che riparava gli ombrelli
‘u concia tiane – colui che riparava i tegami di ceramica o creta
'a connola – culla per bambini
'a craunella – carbonella
'a crummatina – lucido per scarpe
'u cuofen – cesto molto grande di vimini
'u cuonzulo – pranzo sobrio che si offriva ai parenti del defunto
'u cuppino – mestolo
'u facciatore, ‘u matarcone ( oppure ‘u matrone) – madia, cassa di legno per impastare la farina per il pane e lasciarvelo a lievitare.
‘e fetienti – il sambuco selvatico
‘u fiesto – lo sparto, erba che cresce in montagna
'u frucone – attrezzo per spostare le legna od altro che bruciava nel forno
‘e funelle – le funi di sparto
‘a furcata – tridente di legno che serviva per raccogliere il fieno
'a furcina – lunga pertica che serviva per sostenere le corde appesantite dai panni stesi
'a furnacella – mezzo che sostituiva la cucina a gas ed aveva la forma di una scatola vuota formata da strisce di ferro. Si riempiva di carbone che, una volta acceso, doveva essere alimentato dal ventaglio di paglia che, tra l’altro, provvedeva anche a ricoprire di cenere il piano di cottura e non solo
‘e fuscelle – canestri per il formaggio fresco o per la frutta
'u giardinetto – mezzo di trasporto trainato da cavallo, scoperto d’estate e coperto da un telo d’inverno. I passeggeri si sedevano su due banchetti posti uno di fronte all’altro nel senso della lunghezza (ricordavano i carri delle carovane)
‘u lavanaturo – il matterello
‘u lavaturo – il lavatoio
‘a lopa – insieme di uncini che serviva a riprendere il secchio, allorquando cadeva nel pozzo
'u maccaturo – fazzoletto
'a macennola – attrezzo di legno costituito da due pezzi, tipo incudine a martello, che serviva per la maciullazione della canapa
'u mangano – erpice tirato dalle vacche e che serviva a rompere le zolle
'a marmitta (o cazzarola) – pentola con il manico lungo
‘o mast rasce – maestro d’ascia, falegname.
'u miulo – tronco cavo dove erano fissati i raggi in legno delle ruote dei carri
‘u mmola forbice – l’arrotino
'u muntolo – fascio di rami e foglie di sambuco o di “ftient” per pulire il piano del forno
'u ngruocco – uncino
'u pere ‘e vrasera – base di legno con un grande buco al centro su cui si poggiava il braciere e serviva anche di appoggio ai piedi della persona
‘a perticara – aratro con la punta di ferro, trainato dalle mucche per rivoltare il terreno
'u piccone o sciamarro – il piccone
'e purcieglie – maiale
'u rapine – attrezzo simile alla zappa fatto ad “u” e che serviva per estirpare la gramigna
'a rataviglie – attrezzo usato per tirare fuori dal forno la brace
'a ratiglia – griglia
'u raritore – piccolo attrezzo di metallo con il quale si toglievano i residui dell’impasto del pane dalla madia
'a rescela – carrucola
'a sarrecchia – piccola falce
'a sartania – padella per fritture
'a scafa – grande zattera che serviva a guadare il fiume con qualsiasi mezzo di trasporto, in quanto, durante l’ultimo conflitto mondiale, i ponti sul Volturno erano stati distrutti
'u sdruncone – tipica sega con cui si riducevano i grossi tronconi di albero in spesse tavole da utilizzare per usi diversi
'u scarfaliett – scaldaletto o scaldino
'u sciaraballo – altro mezzo di trasporto trainato da cavallo
'u sescen – orcio di terracotta
'a spatola – arnese di legno con il quale veniva attentamente battuta la canapa, riversata su di un piano verticale, per pulirla dai canapuli o “cannauccioli”
'e spreglie – foglie che ricoprono le pannocchie ben secche e separate le une dalle altre che servivano per imbottire i materassi
'a tiana – tegame di creta o di metallo
'u traine – carretto di legno trainato da cavalli o da buoi per uso agricolo
'u treppete – treppiedi di ferro per sostenere le pentole sul fuoco
'u veviglio – bastoni legati tra di loro da un cardine di cuoio e che servivano per sgusciare lrgumi
'u vinnelo – argano, verricello di legno azionato a mano e con fune per tirare il secchio con acqua dal pozzo
'a vrasera – braciere di rame
'a vrulera – padella bucata per caldarroste
‘a vanca – la vanga
‘o Zain – pompa a spalla che serviva per irrorare le viti
‘a zapp – la zappa
‘a zurfarola – pompa a mano che serviva per disinfettare le viti con lo zolfo.

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