Assolto imprenditore agricolo. Non violent? una giovane extracomunitaria

Un imprenditore agricolo bellonese, V.C., era stato accusato di un reato terribile: violenza sessuale nei confronti di una giovane donna extracomunitaria, a cui avrebbe imposto prestazioni sessuali in cambio della possibilit? di restare in Italia. Dell?ipotesi di reato, di cui doveva rispondere l?imprenditore, non ? rimasto assolutamente nulla. Le teorie accusatorie sono cadute perch? accolta la tesi difensiva dell?avvocato Arturo Mancuso, che ha chiesto ed ottenuto dal GUP il proscioglimento dell’imputato. Con tale sentenza, il giudice per l’udienza preliminare ha messo fine ad una vicenda iniziata nel 2000. La giovane denunci? il comportamento dell?imprenditore, dichiarando di essere stata sottoposta a vere e proprie violenze sessuali. Secondo il suo racconto, le molestie sarebbero state messe in atto dal bellonese presso il quale era stata ospitata dopo il suo arrivo in Italia dove aveva iniziato il lavoro. O meglio, una specie di lavoro non retribuito, stando alle ipotesi della Procura, che nel capo d’imputazione a carico dell?imprenditore parl? di un impiego presso l’azienda agricola senza alcuna corrispondente retribuzione e della volont? dell’uomo di trarre vantaggio dalla difficile situazione della giovane. Non solo sfruttamento professionale, stando al terribile racconto della giovane, ma anche una serie di avances che, lentamente, si erano spinte fino alla violenza sessuale. Atti di libidine che, aveva detto la giovane donna agli investigatori, le erano stati imposti contro la sua volont?. Da qui l’accusa grave, di violenza sessuale avanzata nei confronti di V. C., la cui posizione era finita al vaglio del Tribunale di S. Maria C.V.. Nell?udienza preliminare a suo carico, nel corso della quale ? stato demolito l’impianto accusatorio, il legali ha evidenziato come le teorie della Procura erano state costruite solo ed esclusivamente sulla base delle dichiarazioni della presunta vittima, e non avevano trovato alcun riscontro in prove da superare l’esame davanti al giudice.

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