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Torna al comune il piano regolatore, da adottare entro il 30 ottobre, pena lo scioglimento del consiglio comunale.

Dopo il convegno di Bellona la Regione ha revocato d?imperio tutti i commissari ?ad acta?.
Un grosso problema si prospetterebbe per la sopravvivenza del consiglio comunale caiatino, come di altri Comuni della Provincia tuttora sprovvisti del piano regolatore generale, ma in particolare di quelli, come Caiazzo, in cui, per inadempienze dei preposti comunali, l?approvazione del Piano Regolatore era demandata ad un commissario ?ad acta?. Come auspicato a gran voce da politici e tecnici durante il convegno di Bellona, infatti, l?altra sera il Consiglio regionale ha approvato alcuni emendamenti alle recenti norme urbanistiche che, mentre rialzano al 5 per mille (ovvero ad un ventesimo) gli indici di edificabilit? nelle zone agricole, confermano l?inedificabilit? negli ambiti urbani nei Comuni, come Caiazzo, tuttora sprovvisti di Piano Regolatore. Per sollecitare l?approvazione di s? importante strumento urbanistico, evitando ogni temibile speculazione, con lo stesso provvedimento -collegato alla nuova finanziaria- di imminente pubblicazione, inoltre, il consiglio regionale ha disposto la revoca di tutti i commissari ad acta nominati dalla Province in sostituzione dei consigli comunali Comuni inadempienti, restituendo alle amministrazioni locali ogni inerente competenza. Se ? vero che tale norma conceder? alle giunte comunali sei mesi per ottemperare, per?, altrettanto lo ? che, in base ad una preminente legge di Stato, cio? alla legge 140/2004, meglio nota come legge Berlusconi, ?si procede allo scioglimento dei consigli degli enti territoriali in carica che non adottino gli strumenti urbanistici generali entro diciotto mesi?, cio? entro il 30 ottobre. Ci? significa che, a meno di ripensamenti del Governo Centrale, non facili in piena estate, per evitare lo scioglimento, sin d?ora la giunta comunale caiatina dovrebbe attivarsi per recepire ?in toto? il piano adottato dal commissario, non essendoci pi? i tempi tecnici per una eventuale ripetizione della procedura. Ci?, se pure opinabile sotto l?aspetto dell?opportunit?, viste le tante contestazioni -e denunce- mosse al precedente piano, sarebbe comunque possibile, ma ad una condizione: che i componenti dell?esecutivo che saranno chiamati a votare il provvedimento non abbiano interessi nelle zone agricole destinate alla futura espansione urbanistica, cio? rese edificabili grazie al nuovo piano regolatore. Pertanto se -come ? lecito ritenere- le illazioni a suo tempo circolate sono del tutto infondate, problemi non dovrebbero essercene; in caso contrario ? ipotizzabile un radicale ricambio della giunta comunale, previo azzeramento di quella esistente. Ferma restando la spada di Damocle del decreto Berlusconi che, considerati i trent?anni e passa durante i quali varie amministrazioni non sono state in grado di approvare il Piano Regolatore, fra qualche mese potrebbe mandare tutti a casa.

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