Dichiarazione di Carmelina Prisco rilasciata alla Corte di Assise del Tribunale di S. Maria C. V.

(dal “Giornale di Caserta”) ?Ho temuto di essere pedinata ed uccisa per aver visto il volto di colui che aveva una pistola in mano dopo la sparatoria avvenuta qualche istante prima dinanzi al bar?. Questa la dichiarazione di Carmelina Prisco, interrogata ieri mattina presso la Corte di Assise, presieduta dalla Presidente Cosentino, del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La donna rispondendo alle domande del Pubblico Ministero ha ricostruito la dinamica dell?omicidio di Giuseppe Mancone, la notte della vigilia di Ferragosto dinanzi al Roky Bar di Mondragone. ?Era un caso che a quell?ora fossi li. Dovevo mettermi d?accordo con i miei amici per cosa fare il giorno successivo- ha continuato la Prisco. Quella sera, per?, notai una persona che entr? nel bar tre volte, Giacomo Fragnoli perch? lo conoscevo e non l?avevo mai visto, prima di allora l?, ma non ci diedi tanto peso. Ricordo inoltre che prima di andare via, Virgilio Franciosa, ritorn? al bar dicendoci che voleva prima salutare un amico. Solo dopo seppi che si fer? alla mano destra e che fosse amico della vittima Giuseppe Mancone. Mentre pedalavo, ed ero distante dalle mie amiche sentii un sparo. Frenai d?impulso e mi voltai per vedere cosa stesse accadendo e udii altri colpi, cinque in tutto. Ero oramai pietrificata e mi girai intorno per vedere le mie amiche ma sentii un motorino che si avvicinava. Visto che proveniva dalla direzione del bar volevo chiedere cosa fosse accaduto, ma appena si avvicin? vidi due persone a volto scoperto e quello seduto sul seggiolino posteriore aveva una pistola in mano. Vista la pistola mi sono immediatamente voltata e ho chiuso gli occhi aspettando che mi sparassero perch? li avevo visti, ma probabilmente non mi notarono neanche. I due proseguirono in un vicolo cieco e immediatamente accortisi dell?errore, fecero retro marcia prendendo la giusta direzione. Essendo rimasta bloccata in mezzo la strada, avendo sentito il motorino allontanarsi e poi riavvicinarsi ho temuto il peggio. Credendo che tornassero indietro per uccidermi sono scappata e da una scala esterna di una casa salii al primo piano dove c?erano delle persone che chiacchieravamo ho chiamato la Polizia. Il ragazzo con la pistola mi rimase impresso per il taglio dei capelli e degli occhi molto particolari e sono riuscita a fare un fotofit solo perch? amo disegnare e ricordo bene i tratti somatici delle persone. Poco dopo sentii le sirene delle Forze dell?Ordine e tranquillizzatami ma ancora sconvolta scesi cercando le mie amiche che trovai sul marciapiede opposto in lacrime e le accompagnai a casa. Pochi minuti dopo il mio reincasare la polizia mi chiam? chiedendomi di presentarmi in questura la mattina successiva. Ritengo importante dire che da quel momento sono stata allontanata da tutti perch? temevano che volessi fare l?eroina, ma io ho solo temuto per la mia vita. Successivamente fui invitata a casa di Virgilio ma poco dopo mi accorsi che era un vero e proprio interrogatorio per sapere cosa avessi riferito alla Polizia, intimorendomi e dicendomi che dovevo stare zitta anche se oramai mi ero scavata la fossa con le mie mani?. Questa la dichiarazione della testimone che ha messo alle sbarre, Salvatore Cefariello, primo imputato per l?omicidio di Giuseppe Mancone, capozona e spacciatore di sostanze stupefacenti. Importante dire che ieri mattina era stato stabilito ?un confronto all?americana? con uno specchio attraverso il quale la teste avrebbe dovuto riconoscere ed eventualmente indicare il killer. La Prisco ha pertanto riferito che dopo un primo confronto con la persona che quella notte avrebbe tenuto la pistola, non se l?? sentita di indicarla con sicurezza pari al 100% perch? ricorda quel volto con un?espressione tirata ed agitata, differente da quella al momento del riconoscimento e per propria coscienza preferisce dire che ne ? quasi certa. Importante ? che la donna quella notte, mentre il motorino le rallent? quasi di fianco sent? i due presunto killer dire . ? Tutto a posto hai fatto? Si, si! Ho fatto corri!?. Il motorino sul quale viaggiavano, uno scarabeo 125, secondo la testimonianza di un Maresciallo dei Carabinieri che partecip? alle indagini, fu rubato pochi mesi prima a Salerno e ritrovato la mattina del 14 agosto intorno le undici nei pressi di una campagna poco distante dal luogo del delitto, bruciato. La difesa ha pertanto richiesto per la prossima udienza di sottoporre la teste Carmelina Prisco ad una perizia psico-emotiva, per verificare il proprio livello di emotivit? per confermare la veridicit? di tutte le sue deposizioni. Sono inoltre stati messi agli atti tutte le dichiarazioni del Teste appartenente alle Forze dell?Ordine soprattutto quelle in merito a delle intercettazioni telefoniche del Cefariello la stessa notte del delitto. Queste confermerebbero la presenza dello stesso, in quelle ore, a Mondragone. In pi? ? stato depositato un certificato inerente ad un ricovero di uno dei primi esponenti del clan Birra di Ercolano, Birra Giovanni, presso la clinica ?Solus? nell?Aprile del 2001, che risulterebbe all?epoca dei fatti appartenere al Clan dei Casalesi. In pi? a ferirsi durante l?omicidio fu anche Giacomo Fragnoli, figlio di Giuseppe Fragnoli che non ha mai fatto scelte collaborative. Queste persone avrebbero cosi dimostrato i rapporti esistenti tra i vari clan, confermati anche da collaboratori di giustizia. La prossima udienza ? stata fissata per il dodici luglio.

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