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Prime comunioni. Polemiche per abiti e servizi che verrebbero imposti in qualche parrocchia.

Identici, ma da qualche parte costerebbero il doppio. Puntuali come il cambio di stagione, tornano col periodo delle prime comunioni le polemiche dei genitori che, a quanto riferito, in qualche parrocchia gi? in passato finita nell?occhio del ciclone, sarebbero costretti a pagare circa il doppio per addobbare la chiesa, oboli che verrebbero girati a terzi e soprattutto per l?abito bianco, che altrove costerebbe meno della met? pur essendo identico per forma e qualit? della stoffa. Ma, secondo le lamentele di alcuni lettori, non sarebbe possibile acquistare o far cucire altrove l?abito ovvero i genitori che lo avrebbero proposto, per risparmiare circa la met?, sarebbero stati invitati a rivolgersi ad un?altra parrocchia. Ma come si fa a dire ad un bambino che non far? la prima comunione coi propri amichetti perch? altrove viene a costare di meno? In particolare viene riferito l?esempio di due amiche, una residente a Caiazzo ed una a Castel Campagnano, che per lo stesso abitino bianco, identico per qualit? della stoffa, misura e forma, da una parte verrebbero chiesti sessanta euro e da un’altra trenta. Non ? tutto perch? se i genitori vogliono rinunciare all?abitino lussuoso, che non potr? essere indossato mai pi?; ai pi? costosi addobbi floreali, a servirsi di un altro fioraio, addobbatore, sarto, fotografo e quant?altro, la risposta sarebbe la stessa: in questa parrocchia non ? previsto, prego rivolgersi altrove. Anche una sarta sarebbe costretta ad acquistare l?abitino ovvero a farselo cucire dove verrebbe imposto dagli organizzatori delle funzioni, probabilmente una nuova figura imposta dal diritto canonico? Se lo domandano alcuni genitori che invitano i preposti ecclesiastici ad aprire un?inchiesta, tanto pi? che, considerati i precedenti specifici, dovrebbero conoscere troppo bene chi ? la pecora nera.

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